Un adolescente su tre in Puglia utilizza l’Intelligenza Artificiale tutti i giorni. Cresce anche il numero di adolescenti che cercano nell’Intelligenza Artificiale non solo risposte, ma soprattutto compagnia. I chatbot (una chat cui risponde l’intelligenza artificiale) «relazionali», pensati per conversazioni più emotive e personalizzate, stanno diventando per molti ragazzi una presenza quotidiana con cui confidarsi.
Strumenti come Character IA o Anima offrono ciò che gli adolescenti dichiarano di apprezzare di più: assenza di giudizio e un linguaggio percepito come empatico. Stando al report, in una regione come la Puglia dove molti giovani soffrono di isolamento, scarse occasioni culturali e ridotte attività sportive, questi assistenti digitali diventano una sorta di rifugio: c’è chi parla delle proprie paure, chi chiede consigli sulle relazioni, chi sfoga ansia scolastica o tensioni familiari.
Per una parte dei ragazzi pugliesi, insomma, l’IA diventa una «quasi amicizia«, un luogo protetto dove poter dire ciò che non si riesce a condividere con adulti o coetanei.
Fragilità emotiva
Nonostante la familiarità con le nuove tecnologie, gli adolescenti pugliesi mostrano segnali di fragilità sociale ed emotiva. Meno della metà ha visitato musei o mostre nell’ultimo anno e quasi uno su cinque non pratica attività fisica. Più di uno su otto presenta comportamenti di uso problematico di internet, mentre il 47% è stato vittima di cyberbullismo, in aumento rispetto al 2018.
Il rapporto con l’IA diventa così un rifugio, ma anche un elemento di isolamento: il 63,5% dei ragazzi ha dichiarato di trovarsi più a suo agio a parlare con un chatbot che con una persona reale, mentre il 48,4% ha condiviso informazioni personali con l’IA. In un contesto in cui la dipendenza da smartphone è sempre più frequente, il ruolo dell’Intelligenza Artificiale diventa, così, ambivalente: supporto emotivo ma anche surrogato della socialità concreta. Per questo, secondo gli esperti, in Puglia, l’obiettivo di genitori, educatori e istituzioni deve essere quello di trovare un equilibrio tra uso della tecnologia e relazioni reali, valorizzando l’IA come strumento di crescita e accompagnamento, senza sostituire l’esperienza diretta della vita, della cultura e dello sport.
Secondo i dati dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, diffuso da «Save the Children», il ricorso all’IA non è più solo una curiosità tecnologica: il 41,8% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni la consulta quando si sente triste, solo o ansioso, mentre più del 42% chiede consigli per scelte importanti della propria vita. La diffusione tra gli adolescenti è molto più alta rispetto agli adulti: oltre il 92% dei giovani usa strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti.
Le richieste più diffuse
Gli adolescenti pugliesi usano l’Intelligenza artificiale per motivi molto vari, ma alcune richieste emergono con maggiore frequenza. La funzione più comune è la ricerca di informazioni, seguita dall’aiuto nello studio e nei compiti. Non mancano richieste pratiche, come traduzioni e scrittura di testi. Una quota significativa la utilizza anche per scopi ludici o per trascorrere diversamente il proprio tempo libero.
In Puglia, per quasi la metà degli adolescenti l’uso dell’Intelligenza artificiale è ormai considerato fondamentale, anche nella vita personale. La caratteristica più apprezzata resta la disponibilità costante dello strumento, seguita dalla capacità di comprendere e trattare bene chi lo utilizza e dal fatto che non giudica.