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La Cgil pronta al referendum contro il Jobs act: raccolte 500mila firme, 40mila in Puglia

Pronti al referendum, pronti a superare il jobs act. La Cgil ha raccolto oltre 500mila firme per la sottoscrizione dei 4 referendum, in Puglia le firme raggiunte sono 40mila. Il lavoro, flessibile, temporaneo, il cui costo non cambia, anzi aumenta per chi lo daà, diventa il più grande flagello del sud. L’obiettivo ora è superare…

Pronti al referendum, pronti a superare il jobs act. La Cgil ha raccolto oltre 500mila firme per la sottoscrizione dei 4 referendum, in Puglia le firme raggiunte sono 40mila.

Il lavoro, flessibile, temporaneo, il cui costo non cambia, anzi aumenta per chi lo daà, diventa il più grande flagello del sud.

L’obiettivo ora è superare la riforma, varata dal governo Renzi e il jobs act.

I banchetti per le firme

Ci si prova con un referendum: «Andremo avanti con la raccolta delle firme, le assemblee nei luoghi di lavoro, i banchetti nelle città. – dice Gigia Bucci, segretario generale delal Cgil Puglia – L’obiettivo non è solo il quorum necessario, ma far conoscere le nostre proposte contro il precariato che ha trasformato i giovani soprattutto, nei nuovi poveri: oggi per i rapporti atipici e intermittenti che trascinano povertà salariale, domani per l’impossibilità di costruire carriere previdenziali dignitose».

La fuga dal sud

Il lavoro a intermittenza, sotto pagato, flessibile, sya diventando nel tempo un suicidio sociale, che spinge i più formati a emigrare, «è un freno allo sviluppo perché un lavoro qualificato e stabile trascina produttività e qualità del fare impresa. – continua la Bucci – C’è una emergenza in questo Paese se sorprende che un laureato non accetta salari di 1200 euro al mese. Continueremo nella nostra campagna informativa, in vista del voto dei recentemente, contro una politica sorda ai bisogni del mondo del lavoro che invece di preoccuparsi della povertà emergente, lavora a autonomia differenziata e premierato. Che non solo non incidono sulla condizione materiale delle persone ma rischiano, nel caso della secessione delle regioni ricche, di peggiorarla che si viva al Sud o al Nord, perché a questo governo interessano i ricchi, i grandi capitali, privatizzare tutto il privatizzabile contro gli interessi degli italiani».

Verso il mare

In questi giorni dunque sono, l’obiettivo della Cgil non è solo ottenere più firme ancora, ma anche fare una vera e propria campagna di sensibilizzazione. Tant’è che in Puglia, ma anche in Basilicata, i banchetti per raccogliere firme migreranno verso il mare, per continuare a macinare adesioni.

La trasversalità

Ciò che colpisce in questo momento è la trasversalità delle adesione. Chi si avvicina e firma non è detto che sia di sinistra, non è detto neanche che sia iscritto ad un sindacato. Il Job acts, presentato come una soluzioni ad alleggerire i costi del lavoro, non ha fatto altro che creare precarietà e, con l’aumento del costo della vita, queso non ha fatto altro che impoverire ancor di più il sud dell’Italia, i cui figli, spesso formati e laureati, volano all’estero.

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