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Lavoro, Cgil: «Cresce l’occupazione ma è precaria e stagionale»

Cresce l’occupazione in Puglia, infatti i rapporti di lavoro attivati nel 2024 sono stati circa 27mila, ma non si tratta di lavoro stabile, bensì precario e stagionale. Infatti il 50% dei rapporti di lavoro attivati nel 2024 interessano settori come agricoltura e commercio. Un quarto dei contratti è part time, a tempo indeterminato solo il…
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Cresce l’occupazione in Puglia, infatti i rapporti di lavoro attivati nel 2024 sono stati circa 27mila, ma non si tratta di lavoro stabile, bensì precario e stagionale. Infatti il 50% dei rapporti di lavoro attivati nel 2024 interessano settori come agricoltura e commercio. Un quarto dei contratti è part time, a tempo indeterminato solo il 6,8%. Bassissima la percentuale di rapporto che richiedono alte competenze.

Le persone coinvolte crescono solo di 2500 unità. È la fotografia del mercato del lavoro nella regione che si evince dai dati complessivi del 2024 pubblicati sulla piattaforma Labour Market Intelligence di Sviluppo Lavoro Italia. Se nel 2023 i rapporti di lavoro attivati erano stati 1.152.907 per 559.296 persone interessate, lo scorso anno le attivazioni sono salite a 1.179.617 e il numero di persone interessate a 562.869, con una media di contratto per lavoratore salita da 2,06 a 2,10. Invariato il numero dei datori di lavoro interessati, 110.633, con una media di 10,6 contratti attivati da ognuno.

«Tutte le criticità più volte denunciate dalla Cgil sono confermate, con il focus che deve necessariamente spostarsi sulla qualità del lavoro, che per le sue caratteristiche – forte intermittenza e rapporti part time, prevalenza di settori a basso valore aggiunto – trascina occupazione poco qualificata e salari a stento di sussistenza» sottolinea la segretaria generale Gigia Bucci. «Che è la principale ragione per cui dal 2015 abbiamo una media annua di oltre 24mila cancellazioni per trasferimento di residenza verso altre regioni e 1.600 verso l’estero. In cerca di un lavoro, salari dignitosi e opportunità che consentono di poter spendere le competenze acquisite nei percorsi di studio e formazione».

Un mercato del lavoro quello pugliese che continua a presentare barriere di genere – solo il 40% delle attivazioni interessa le donne –, che ai giovani ma non solo offre soprattutto impieghi a termine e prevalentemente nei servizi di alloggio e ristorazione, nel commercio e in agricoltura: insieme i tre settori sommano quasi il 50% dei rapporti di lavoro attivati nel 2024. «Settori – ricorda Bucci – che se si guarda il rapporto dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, presentano nella nostra regione un tasso di irregolarità che arriva a superare il 70% come accaduto nel terziario».

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