All’orizzonte ci sono mesi difficili. Non solo per l’agricoltura, settore più penalizzato dalla crisi idrica, ma anche per il turismo, comparto in forte espansione. In un simile contesto sono determinanti il recupero delle perdite di acqua dalla rete, il riuso dei reflui della depurazione e la costruzione di dissalatori come quello sul fiume Tara. La questione è stata al centro della seduta congiunta della quinta Commissione e della Commissione speciale sull’emergenza idrica, svoltasi ieri in Consiglio regionale.
Lo scenario
Lo scenario delineato da Francesca Portincasa, direttrice generale dell’Acquedotto Pugliese, conferma una situazione di deficit che potrebbe presto tradursi in grave emergenza. La disponibilità idrica attuale è al di sotto delle medie del periodo, con un un -45% per quanto riguarda gli invasi e -28 per le sorgenti. Ad aggravare la situazione saranno la piovosità nella media e le temperature più alte previste tra fine febbraio e aprile. Anche il dirigente del servizio Sistema idrico, Andrea Zotti, è stato netto: «Rispetto allo scorso anno bisogna essere molto più attenti. Questo significa che non si potranno consentire erogazioni standard per uso irriguo».
Le contromisure
Per affrontare la prossima stagione con tranquillità, Aqp ha messo in campo azioni di vario genere: restrizioni sulla pressione notturna, utilizzo sempre più accurato di tecnologie di controllo, rilevamento delle perdite, modelli previsionali avanzati studiati con enti di ricerca e università. In più, Aqp è riuscito, negli anni, a ridurre il prelievo di acqua dall’ambiente: «Dal 2009 al 2024 abbiamo risparmiato un volume di 100 milioni di metri cubi di acqua e il budget idrico per il 2025 prevede un’ulteriore riduzione del prelievo di 10 milioni di metri cubi d’acqua dall’ambiente», ha spiegato Portincasa. Parallelamente è stato migliorato il servizio idrico tramite riduzione delle perdite, distrettualizzazione e gestione della pressione nelle reti, e si sono resi più interconnessi gli schemi idrici e diversificate le fonti, con accordi sia con le Regioni che forniscono acqua alla Puglia sia sondando interconnessioni transfrontaliere con l’Albania. Fondamentale il riuso delle acque reflue: in questo modo sono stati recuperati 50 milioni di metri cubi per l’agricoltura che, tuttavia, ne richiede circa 800. Nella strategia dell’Aqp, infine, rivestono un ruolo centrale di dissalatori di cui si prevede la costruzione a Taranto, sulle Isole Tremiti e a Brindisi più un quarto impianto che dovrebbe sorgere a Manfredonia.
La politica
In chiusura di seduta Donato Pentassuglia, assessore regionale all’Agricoltura, ha anticipato che è in preparazione la relazione che sarà consegnata l’11 marzo, in occasione del Consiglio regionale, e che riassume tutte le attività per fronteggiare la crisi idrica. Sulla questione sono intervenuti anche i consiglieri del Movimento Cinque Stelle: «Serve un’assunzione collettiva di responsabilità e la collaborazione da parte di tutti i soggetti interessati per evitare l’emergenza nella stagione estiva, con pesanti ricadute sia per l’agricoltura che per il settore turistico. Insistiamo sulla necessità di lavorare al recupero delle cave dismesse trasformandole in biolaghi, cioè luoghi di stoccaggio temporaneo delle acque depurate e di quelle piovane, che possono essere utilizzate in agricoltura e per contrastare gli incendi».