Si è svolta oggi, nel Tribunale di Bari, l’udienza preliminare del processo a carico di due presunte associazioni per delinquere finalizzate alla corruzione elettorale che avrebbero alterato l’esito delle elezioni a Grumo Appula e alla Regione Puglia (20 e 21 settembre del 2020) e a Triggiano (3 e 4 ottobre del 2021).
Tra i 18 indagati per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio ci sono Alessandro (“Sandrino”) Cataldo, fondatore del movimento politico Sud al Centro e sua moglie, l’ex assessora pugliese ai Trasporti Anita Maurodinoia (Pd), dimessasi nell’aprile 2024 dall’incarico e dal partito dopo l’arresto del marito e di altri indagati.
Nel corso dell’udienza preliminare davanti alla gup del Tribunale di Bari, Susanna De Felice – che ha aggiornato le parti al 17 ottobre prossimo -, la Regione Puglia non si è costituita parte civile mentre la richiesta di costituzione di parte del Comune di Grumo Appula – a quanto si apprende – era stata portata in giunta dal sindaco, ma è stata respinta.
La Regione Puglia, con una nota del Capo dell’Avvocatura regionale, precisa che «non è stata indicata come persona offesa nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura della Repubblica di Bari. Pertanto non è stata indicata nel decreto di fissazione dell’udienza preliminare e di conseguenza non ha ricevuto il relativo avviso».
Hanno chiesto, tra gli altri, di costituirsi parte civile: un maresciallo della Guardia di finanza (vittima di calunnia), l’Asl Bari (per la vicenda dei certificati medici falsi), il Comune di Triggiano, il Circolo Pd università, ricerca, formazione, cultura Terra di Bari e Francesco Rutigliano (candidato sindaco perdente a Grumo). La posizione di un indagato è stata stralciata per difetto di notifica.
Secondo l’accusa, Cataldo sarebbe stato promotore del sistema che avrebbe procacciato voti a pagamento nelle diverse tornate elettorali. L’ex assessora, soprannominata “Lady preferenze“, fu eletta nel consiglio comunale di Bari, nel 2019, nel movimento politico fondato dal marito con oltre 6mila voti. L’anno dopo, candidata alle Regionali con il Pd, di preferenze ne ottenne quasi 20mila.
A Cataldo e Maurodinoia è contestato il reato associativo in relazione alle elezioni di Grumo Appula per aver promesso, assieme ad altri indagati, 50 euro per ogni voto oppure un posto di lavoro. Maurodinoia, in particolare, era candidata alle Regionali in abbinamento su Grumo Appula con Nicola Lella (imputato) come consigliere comunale.
Secondo l’accusa, Maurodinoia «prendeva parte all’associazione al fine di ottenere la sua elezione, delegando al coniuge Sandro Cataldo di mantenere i rapporti diretti con gli altri sodali, nonché con gli elettori compiacenti».