La Puglia finisce sulle pagine del Wall Street Journal (WSJ) come l’emblema della pasta italiana. Il quotidiano americano descrive la regione come «un sogno per gli amanti della pasta», sottolineando il legame profondo tra il “tacco dello Stivale” e la sua tradizione più autentica.
L’articolo evidenzia il ruolo storico della regione come «granaio d’Italia», capace di produrre più grano duro di qualsiasi altra e di trasformarlo in un patrimonio culturale. Il WSJ cita marchi pugliesi di rilievo e menziona anche l’uso del grano duro pugliese da parte di aziende trentine, a conferma della qualità della materia prima che non conosce confini.
Dalle orecchiette all’assassina: i piatti iconici
La Puglia della pasta, per il WSJ, non è solo industria, ma una terra che si racconta attraverso i suoi piatti iconici:
- Orecchiette con le cime di rapa: un piatto povero, deciso, che unisce la semplicità della pasta fatta a mano al carattere amaro della verdura.
- Spaghetti all’assassina: l’invenzione barese diventata fenomeno virale, con gli spaghetti “bruciati” in padella fino a diventare croccanti e indimenticabili.
- Ciceri e tria: la specialità salentina che, con la sua doppia cottura (parte fritta, parte bollita), racconta una cucina d’ingegno e di recupero.
Il giornale coglie il valore profondo di questa tradizione: la capacità della Puglia di far convivere memoria e modernità. Accanto ai grandi marchi, infatti, nascono laboratori artigianali e piccole aziende agricole che recuperano varietà di grano antico e pratiche sostenibili.
Il riconoscimento del Wall Street Journal, che in passato aveva già incensato la Puglia per i resort di lusso e i romanzi di Gianrico Carofiglio, conferma l’immagine di una regione in grado di eccellere su più fronti. Il successo, conclude il WSJ, risiede nella «normalità straordinaria di un piatto di pasta cucinato due volte al giorno», un gesto che fa della Puglia il luogo dove la pasta «non è solo un alimento, ma un modo di vivere».