La Puglia si conferma terza economia del Mezzogiorno grazie a turismo e cultura

La Puglia si conferma la terza economia del Mezzogiorno, dopo Campania e Sicilia. Un risultato reso possibile da un territorio vivace e con punte di forte dinamismo, seppure in un contesto economico complesso. Oltre 1 milione di addetti, 377.828 aziende e un’eccellente varietà nel “portafoglio prodotti”. Questi i punti di forza dell’economia pugliese, fotografati dal ventiduesimo Sismografo di Unioncamere Puglia.

L’occupazione

Negli ultimi cinque anni è aumentata sensibilmente l’occupazione, passando da 898.076 addetti, fonte Inps (secondo trimestre 2019), a oltre un milione del secondo trimestre 2024. Ben 114.167 posizioni lavorative in più, pari al +12,7%. È il segno di una economia in buona salute. Si tratta di un andamento che fa pensare a tre condizioni compresenti: un consolidamento della domanda di lavoro da parte delle aziende, un fenomeno di concentrazione in atto (meno imprese ma più strutturate) e soprattutto un riposizionamento su settori più dinamici, a discapito di quelli meno attrattivi. «Il nostro obiettivo è che questi dati diventino una base per programmare politiche e azioni a sostegno dell’imprenditoria regionale – spiega la presidente di Unioncamere Puglia, Luciana Di Bisceglie – La nostra bussola è la misurabilità: i numeri possono dare forma alle politiche pubbliche, i cui risultati vanno misurati per l’impatto su persone e aziende».

I settori produttivi

Fra i settori produttivi pugliesi, il Sismografo ravvisa particolare vivacità nella natimortalità e nell’occupazione di turismo, servizi all’impresa e alle persone, industrie culturali i lavori di costruzione specializzati (idraulica, muratura, impiantistica elettrica, finiture). Agricoltura e commercio invece, perdono aziende, ma assumono, denotando fenomeni di concentrazione sovrapponibili a quelli nazionali. In salute invece l’export regionale, con oltre 10 miliardi e 138 milioni di euro di export nel 2023, ben 2 miliardi in più del dato 2018 (+24,9%). Sui mercati di sbocco, prima la Germania con quasi 1,7 miliardi, ma interessanti alcuni mercati in ascesa, come Turchia, Polonia e Albania. Notevole la performance dei prodotti agricoli di Puglia, con una capacità di penetrazione all’estero quasi doppia rispetto a Campania e Sicilia. La struttura produttiva regionale non è soltanto maggiormente proiettata all’estero, ma anche più robusta e consolidata. Negli ultimi cinque anni, nel territorio regionale sono aumentate le imprese medio-grandi; il cluster di aziende con più di 10 milioni di fatturato conta oggi 425 imprese rispetto al 2019. Le società di capitali, poi, crescono del +14,5% rispetto al medesimo trimestre del 2019.

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