In Puglia, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne si declina come una mobilitazione diffusa e plurale che mette insieme istituzioni regionali, amministrazioni comunali, Centri antiviolenza, scuole, università, associazioni culturali e festival.
A Bari la Regione ha inaugurato la mostra Stop Killing Women nell’Agorà del Consiglio Regionale, aprendo fino al 12 dicembre una raccolta di cento manifesti internazionali scelti da «Poster For Tomorrow». Dietro la selezione, la curatela di Hervé Matine e la collaborazione con Amnesty International e l’associazione «Diffondiamo idee di valore»: manifesti firmati da autori che vanno dall’Australia a Taiwan — Edward Coffey, Natalia Csala, Massimo Dezzani, Nihat Dursun, e altri — chiamano alla coscienza pubblica con immagini che colpiscono per semplicità e intensità. La campagna di «adozione» gratuita di dieci poster offre poi a scuole, enti e associazioni la possibilità di portare quei messaggi per le strade, nelle aule e nelle piazze, moltiplicandone l’impatto.
Educare al cambiamento
L’azione culturale pugliese non si limita alla provocazione visiva: punta direttamente alle nuove generazioni. Il progetto regionale GeneriAmo, coordinato da Puglia Culture, si intreccia con lo spettacolo scAlzati al Teatro Curci di Barletta, esperienza immersiva e scenica pensata per gli istituti superiori che usa sei storie e il simbolo delle scarpe per parlare di ruoli, possessività e resistenza. Accanto al teatro, la Regione promuove concorsi per licei artistici, laboratori con tutor nazionali e la produzione del videoclip Mangia la Mela (Erica Mou, Carolina Bubbico) che sarà diffuso su radio locali e portato anche sul palcoscenico del «Billboard Italia Women in Music»: strumenti diversi con un obiettivo comune, trasformare linguaggi creativi in leve di empowerment. L’offerta formativa include workshop di educazione affettiva nelle scuole e percorsi di prevenzione pensati con i Centri antiviolenza locali.
Servizi e protezione
A fianco dell’azione culturale, la Regione rafforza la rete dei servizi: tre avvisi pubblici del Dipartimento Welfare, per complessivi 2,5 milioni di euro, con scadenza al 3 dicembre 2025, finanziano Centri antiviolenza, case rifugio di primo e secondo livello e punti di ascolto. Il meccanismo di finanziamento punta a integrare istituzioni e Terzo Settore per garantire percorsi di protezione, accompagnamento legale e supporto psicologico destinati a chi chiede aiuto. Fondamentale è la prossimità territoriale: l’accento è nei luoghi di ascolto nelle sedi municipali e nei poli sociali, sul rafforzamento della formazione per operatori e forze dell’ordine e sulla sinergia con strutture sanitarie come i Centri ustioni e i Pronto soccorso, che spesso sono il primo approdo per le vittime di violenza.
La memoria delle vittime
La memoria è pratica civile: a Bari il 25 novembre le istituzioni deporranno corone ai luoghi intitolati alle vittime – tra queste, Chiara Brandonisio, Palmina Martinelli, Anna Costanzo, Santa Scorese – per tenere vivi i nomi e le storie. Al Petruzzelli si svolgerà l’incontro Per non morire, con la testimonianza di Maria Antonietta Rositani, sopravvissuta a un gravissimo tentato omicidio e tornata a raccontare la sua vicenda insieme al medico Giulio Maggio del Centro Ustioni del Policlinico, ricordando la centralità delle cure, della riabilitazione e del sostegno giudiziario. Nei Tribunali e nelle aule scolastiche il tema si fa prevenzione: l’evento Oltre il processo – La cultura del rispetto e del consenso coinvolge magistratura, avvocatura e studenti, con letture di storie di donne curate dal Centro antiviolenza (CAV) Paola Labriola e dibattiti su consenso, relazioni sane e responsabilità collettiva.
Città in movimento
Le iniziative comunali a Bari mostrano la scelta strategica di contaminare la città: la mostra Non chiamatelo amore (Anna Cristino) nell’androne di Palazzo di Città, l’illuminazione arancione di fontane come segnali visibili di adesione alla campagna Orange the World, proiezioni (da Le parole che proteggono al documentario Le spose di BB), e il docufilm Santa Subito con dibattiti che coinvolgono familiari e associazioni come GIRAFFA.
I Centri Servizi per le Famiglie propongono laboratori diffusi – «Un Fiore Rosso contro la violenza», «L’eco delle emozioni», «Parole che contano», «Riflettersi» – che spaziano dal teatro-terapia alla produzione grafica e al lavoro sulle rappresentazioni mediali. La Puglia punta sull’azione capillare: piccoli eventi di quartiere, flash mob, laboratori per minori e percorsi per genitori sono pensati per radicare la cultura del rispetto nel quotidiano, non solo per la giornata del 25 novembre.
Foggia rompe il silenzio
Anche Foggia risponde con una settimana densa di appuntamenti sotto lo slogan «Foggia rompe il silenzio»: convegni come Donne in rinascita nella Sala del Tribunale, rilevazioni sul lavoro femminile presentate dalla CGIL, presentazioni di libri, concerti, laboratori e la marcia cittadina Facciamo rumore che partirà alle 9.30 dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università attraversando il centro per concludersi in piazza con interventi di associazioni e scuole. Progetti come «Sentiero X la Parità» e le «pigotte operaie» dell’UNICEF in collaborazione con le realtà produttive locali mostrano una strategia che combina sensibilizzazione, educazione e coinvolgimento del mondo del lavoro. Il CAV Carmela Morlino prosegue con convegni di rete e formazione per operatori; Cisl e associazioni istituiscono sportelli di ascolto e supporto legale. In tutta la Capitanata l’idea è la stessa: moltiplicare luoghi e momenti dove la comunità possa imparare a riconoscere segnali di violenza, e offrire aiuto concreto e costruire percorsi di autonomia per le donne.