Quella di oggi sarà una giornata di mobilitazione e non solo per il mondo dei trasporti al centro delle discussioni di questi giorni. Lo sciopero generale contro la manovra del Governo, proclamato da Cgil e Uil, è stato accompagnato da grandi polemiche, soprattutto dopo l’intervento della commissione di garanzia che ha portato alla riduzione da otto a quattro dell’interruzione dei servizi relativi ai trasporti.
Una protesta che non sarà uniforme. Se infatti la precettazione del ministro Salvini ha ridotto della metà le ore proclamate dai sindacati, passate così da otto a quattro, in realtà, in molte città italiane lo sciopero si concluderà un’ora o mezz’ora prima. Questo perché, i rappresentanti dei lavoratori, l’ordinanza ha optato per un taglio di orario secco, 9-13, senza tenere conto degli orari locali di attivazione delle fasce di garanzia.
Sarà così anche in Puglia dove lo sciopero, dunque, finirà alle 12.30. A Bari i lavoratori si ritroveranno in piazza Massari, nel centro della città, a partire dalle 9.30, ma anche al porto, dove è previsto un presidio in concomitanza della visita del ministro Matteo Salvini. Qui troverà una delegazione composta da quaranta lavoratori e lavoratrici, guidati dal segretario generale della Cgil Bari Domenico Ficco e dal rispettivo della Uil Puglia Gianni Ricci. Il segretario della Lega sarà al terminal crociere per la tappa del tour “L’Italia dei Sì 2023-2032”, durante il quale illustrerà gli interventi infrastrutturali che sta mettendo in campo il governo.
«Non è Salvini che può decidere la durata di uno sciopero che è un diritto costituzionale garantito», ha dichiarato Gigia Bucci, segretaria regionale della Cgil, contestando la precettazione attuata dal ministero dei Trasporti. Parole alle quali fa sponda oggi Michele Valente, segretario generale Cgil Bat. «I motivi alla base dello sciopero – sottolinea – sono espressi con chiarezza all’interno di una piattaforma unitaria che i sindacati da tempo portano avanti perché non vediamo crescita attorno a noi, non vediamo aumenti dei salari e anzi al contrario siamo davanti al dilagare di inflazione e di diminuzione del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. Ma ancor di più ciò che ci preme sottolineare, qui nella Bat mentre piangiamo l’ennesima morte bianca avvenuta una settimana fa ad Andria, è che nella manovra non c’è nulla che riguardi la sicurezza sui luoghi di lavoro. E tutto ciò è davvero inammissibile. Anche per questo è necessario mobilitarsi, ora. E per questo saremo in piazza noi venerdì a Barletta», dichiara Valente.
A scendere oggi in piazza sarà anche il mondo della scuola. «Scioperiamo per contrastare il definanziamento dei settori della conoscenza in questo Paese – afferma Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil -. Nella scuola è in atto una vera e propria spending review che si tradurrà, col dimensionamento, in un taglio lineare che rischia di sguarnire il sistema dell’istruzione soprattutto nei territori più deboli come il Sud e le aree interne. Saremo in piazza anche contro il tentativo di privatizzare interi pezzi della conoscenza tramite l’entrata dei privati nella governance degli istituti con l’introduzione della nuova filiera tecnico-professionale. Una riforma che piega alle esigenze dell’imprese il sistema dell’istruzione negandone la vera funzione che è quella di formare cittadini critici e consapevoli. Le risorse in legge di bilancio per rinnovare i nostri contratti sono insufficienti e non si affronta il tema della stabilizzazione dei 200 mila precari della scuola».