Anche l’Unione dei comuni dei Monti Dauni, riunitasi ieri pomeriggio a Bovino, ha detto no, con una propria delibera, alla costruzione di un impianto per il trattamento dei fanghi in località Ischia, al confine tra la Regione Puglia e la Campania, in territorio di Savignano Irpino.
È la prima cittadina del centro del Subappennino, Stefania Russo, a spiegare le ragioni del no, ma anche i risultati ottenuti grazie alla mobilitazione delle comunità locali e delle Istituzioni: «in virtù della mobilitazione dal basso nel comune di Savignano e non solo, al coinvolgimento della Lipu con Enzo Cripezzi e alla delibera di giunta del comune di Savignano che esprime contrarietà allo stabilimento, l’Ufficio speciale valutazioni ambientali della Regione Campania ha inoltrato oggi (ieri, ndr) una nota con la quale comunica l’attivazione della procedura di valutazione di impatto Interregionale, con il coinvolgimento dei Comuni del territorio, della Regione Puglia, della Provincia di Foggia e il riavvio del procedimento dalla fase di perfezionamento documentale. Una prima dimostrazione di come non bisogna mai arrendersi alle voci, all’ormai é fatta, é una battaglia persa», afferma con soddisfazione la prima cittadina, anche se il braccio di ferro non è finito.
Una lotta che parte dalle intenzioni della regione guidata da Vincenzo De Luca di insediare nella valle del Cervaro una centrale per il trattamento di fanghi civili con produzione di ammendante compostato e per la produzione di fanghi essiccati da termovalorizzatore. Una struttura che dovrebbe nascere proprio dove le associazioni e le istituzioni del territorio stanno allestendo le procedure per la nascita del Parco regionale della valle del Cervaro.
Un luogo già deturpato dall’invasione degli impianti eolici e che a fatica cerca di ritrovare la vocazione turistica e agroalimentare: “aree dal paesaggio incantevole, dalla biodiversità unica e ricco di produzioni agricole di qualità che rischiano di essere deturpati definitivamente”, sottolinea Russo, mentre Pasquale Bizzarro, sindaco di Deliceto e presidente dell’Unione dei Monti Dauni, afferma che «il ritiro da parte della Campania ci fa ben sperare perché ci coinvolge nelle decisioni e siamo certi che sapremo spiegare le nostre ragioni, grazie al decreto 61 del 2007 che afferma la partecipazione proprio delle comunità locali in questi processi».