Uno dei pezzi della società moderna che ha colto perfettamente i vantaggi in ambito economico e finanziario della globalizzazione è la criminalità organizzata. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro di ieri a Bari, nel palazzo della Città metropolitana, che si inserisce fra quelli organizzati per il trentennale della Direzione investigativa antimafia.
Il capoluogo pugliese è stato scelto come tappa di un tour nazionale che sta mostrando, in giro per l’Italia, 30 anni di battaglie e risultati nella lotta al crimine. All’iniziativa di ieri, tra gli altri, hanno partecipato il procuratore Roberto Rossi e il capo della procura anticorruzione albanese Arben Kraja.
Ma quali caratteristiche ha la mafia nel 2022 e come si è posta con le opportunità di un mondo globalizzato? Lo spiega il direttore della Dia, Maurizio Vallone: «Si è internazionalizzata e ormai lavora soltanto a livello transnazionale. La ‘ndrangheta è leader mondiale del traffico di cocaina, come la mafia albanese le fa da broker e quella pugliese la usa per operazioni sul territorio locale e ne trae i benefici. Per contrastare tutto questo è necessaria una forte cooperazione internazionale contro fenomeni ormai su base globale».
La mafia non è un vecchio ricordo dei tempi di Falcone e Borsellino ma è purtroppo ancora di grande attualità. Dove si sviluppa c’è oppressione anche economica, che non consente all’economia sana di emergere e alle persone di vivere e prosperare in libertà. Ancora, la mafia non è localizzata. Non esiste solo in questo o quel territorio ma è dislocata su più zone, addirittura con più mafie in un solo territorio.
Quindi l’approccio transfrontaliero si è andato consolidando sia per la mafia che per l’antimafia. Spiega ancora Vallone: «Oggi non è più quella che fa saltare le auto dei magistrati con le bombe, è in sommersione, come diceva Falcone, ma è ancora più pericolosa. Oggi cerca di entrare nell’economia per acquisire spazi e potere nei mercati, anche tecnologici».










