Oltre 28mila denunce dall’inizio dell’anno, per una media di quasi ottanta al giorno e 74 morti sul lavoro. Sono solo la punta dell’iceberg dei dati diffusi dalla Cgil Puglia in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Un bilancio che rivela come sul territorio ci sia ancora molto da fare per proteggere i lavoratori. «Se questa giornata ha l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza della prevenzione degli infortuni e della malattie professionali, e promuovere una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, la strada da fare in Puglia, a leggere i dati, è purtroppo ancora lunga. E questo chiama in causa la responsabilità sociale delle imprese e delle istituzioni preposte al rispetto delle norme». È il commento della segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.
Il report
Il resoconto 2024 dell’Ispettorato nazionale del lavoro parla chiaro. Su 12.246 ispezioni effettuare, è stato riscontrato il 72,6% di irregolarità a valere su tutto lo spettro di norme che attengono al rispetto dei contratti e della sicurezza. Dei 18.859 lavoratori interessati da controlli, per 12.981 di loro l’Ispettorato ha riscontrato violazioni proprio in materia di salute e sicurezza, il 68%. Un sistematico aggirare ed evadere misure a tutela dei lavoratori che ha portato ai dati sugli infortuni e sulle morti dei primi mesi di questo 2025. «Sono numeri inaccettabili che rimandano a un grave problema culturale che attiene al cinismo disumano di troppi imprenditori per i quali la salute, i corpi e le vite di chi lavora vengono dopo del profitto e a quello sono sacrificabili – sottolinea Bucci – Per questi la tutela e la prevenzione sono costi e non investimenti a salvaguardia dell’incolumità di uomini e donne. Evitiamo di parlare di fatalità, evitiamo di parlare di morti bianche. È una piccola strage programmata in spregio al rispetto delle leggi e della vita umana».
Le iniziative
La Cgil lavora a stretto contatto con l’Inail sulla formazione dei lavoratori e dei delegati, «abbiamo appena chiuso un progetto che ha interessato i settori dell’edilizia e dell’agricoltura, con la produzione di materiale informativo anche multilingue – conclude la segretaria regionale della Cgil Puglia – Ma se vogliamo affrontare seriamente il tema della sicurezza, bisogna cominciare dal contrastare il diffuso precariato che rende fortemente subalterni i lavoratori, impossibilitati dall’esigere il pieno rispetto delle norme di prevenzione e tutela pena il rischio di veder interrotto il proprio rapporto di lavoro. Così come è necessario un sistema serio di qualificazione delle imprese». E proprio sulla sicurezza, insiste uno dei quesiti referendari che verranno votati l’8 e 9 giugno, che punta nei settori privati a estendere la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e dei subappaltatori. «Perché spesso proprio nelle infinite catene di subappalto si scaricano a valle responsabilità e interventi, che finiscono come sempre con avere con l’esporre chi lavora a rischi enormi. Più cultura del lavoro, più lavoro stabile, più formazione, più controlli. Se non ci si pone come prioritario il tema della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, suonerà ipocrita e offensivo il cordoglio che ogni volta si leva da tutte le parti in occasione di gravi incidenti e morti».