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Incidenti sul lavoro, Puglia maglia nera in agricoltura: «Promuovere la cultura della sicurezza»

Da gennaio a luglio del 2024, in Puglia, si sono verificati 5 incidenti mortali in agricoltura. Un dato stabile rispetto all'anno scorso ma si registra un aumento di infortuni sul lavoro pari al 3%. Tutto ciò in una regione a forte vocazione agricola che conta oltre un milione e 200mila occupati e «ha bisogno di…

Da gennaio a luglio del 2024, in Puglia, si sono verificati 5 incidenti mortali in agricoltura. Un dato stabile rispetto all’anno scorso ma si registra un aumento di infortuni sul lavoro pari al 3%. Tutto ciò in una regione a forte vocazione agricola che conta oltre un milione e 200mila occupati e «ha bisogno di strumenti efficaci di tutela del lavoro in agricoltura».

È quanto è stato affermato stamattina nel corso di un incontro su sicurezza e lavoro in campagna che si è svolto nella Fiera del Levante di Bari.

Erano presenti il presidente e il direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni, il capo area Lavoro e Relazioni sindacali di Coldiretti Romano Magrini, il viceprefetto di Bari Michelangelo Montanaro, il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Bari Fulvio Longo, il direttore regionale di Inail Puglia Giuseppe Gigante e la comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Bari Rosa D’Eliseo.

«La Puglia – evidenzia Coldiretti – nel quinquennio risulta la regione più gravemente colpita» in relazione agli infortuni sul lavoro in agricoltura.

Sono due, osserva Magrini, «i macro-filoni di intervento, il primo indirizzato a sostenere economicamente le imprese nell’acquisto di macchine agricole sicure svecchiando la vetustà del parco macchine aziendali, probabilmente prima causa di infortunio nel settore, e il secondo finalizzato a sostenere e promuovere a tutto tondo la cultura della sicurezza sostenendo le imprese in quella fase molto delicata della formazione sulla sicurezza che coinvolge come discenti tanto l’imprenditore che i lavoratori».

Secondo Magrini, «la sicurezza non è raggiunta né raggiungibile semplicemente con adempimenti formali, non si arriverà mai all’obiettivo di infortuni “zero” se non si comprenderà la necessità di approcciare prima di tutto culturalmente questo problema e sarà certamente più semplice passando anche attraverso un raggiungibile livello di semplificazione amministrativa degli adempimenti formali».

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