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In Puglia risiedono 150mila stranieri: «Meno della media nazionale. Nessuna “invasione”» – VIDEO

In Puglia risiedono 149.477 cittadini stranieri che rappresentano il 3,8% della popolazione complessiva. Tra loro 91.649 persone sono originarie di Paesi esterni all'Unione europea. È quanto emerge dal Dossier statistico immigrazione 2024 presentato stamattina a Bari, nella sede della Cgil Puglia. Il documento, arrivato alla 32esima edizione, è curato dal centro studi e ricerche Idos…

In Puglia risiedono 149.477 cittadini stranieri che rappresentano il 3,8% della popolazione complessiva. Tra loro 91.649 persone sono originarie di Paesi esterni all’Unione europea.

È quanto emerge dal Dossier statistico immigrazione 2024 presentato stamattina a Bari, nella sede della Cgil Puglia. Il documento, arrivato alla 32esima edizione, è curato dal centro studi e ricerche Idos con il centro studi Confronti e il sostegno dell’Istituto San Pio V e dell’8 per mille della chiesa Valdese.

La provincia che ospita più cittadini stranieri in Puglia è Bari con il 30,2%, seguita da Foggia (23,6%), Lecce (18,7%), Taranto (11,3%), Brindisi (8,7%) e Barletta-Andria-Trani (7,4%).

I minori, sul totale dei residenti stranieri in Puglia, rappresentano il 18,4%. Inoltre, su 25.554 nuovi nati (il dato è al 31 dicembre 2023) il 5,3% è costituito da figli di genitori stranieri. Aumentano anche gli studenti non italiani iscritti nelle scuole pugliesi nell’anno 2022-2023: sono 20.330.

Per quanto riguarda i nuovi permessi di soggiorno rilasciati nel 2023, il 42,2% è legato al diritto di asilo, il 28,2% ai ricongiungimenti familiari, il 16,5% al lavoro e il 13,1% ad altri motivi.

Il dossier evidenzia, inoltre, che i lavoratori stranieri presenti in Puglia sono 50.200. Quelli impiegati nel lavoro domestico rappresentano il 43,6% degli occupati in questo settore, quelli impiegati nell’agricoltura sono invece il 14,5% del totale. Ci sono poi il commercio con il 4,4%, i servizi con il 3,7% e l’industria con il 3,2%. Sono invece 22.146 le imprese pugliesi condotte da cittadini stranieri, il 52,9% è concentrato nel commercio.

Bucci: «In Puglia meno migranti rispetto alla media nazionale»

Alla presentazione del dossier hanno partecipato, tra gli altri, Mariagrazia Gabrielli, segretaria nazionale della Cgil; Azmi Jarjawi, responsabile politiche immigrazione della Cgil Puglia; Paola Romano, assessora alle Culture del Comune di Bari; Viviana Matrangola, assessora all’Immigrazione della Regione Puglia e Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia.

Nella regione, ha evidenziato proprio Bucci, «vediamo una presenza di migranti più bassa rispetto alla media del Paese, questo ci dimostra che non è vero che siamo di fronte a un’invasione degli stranieri».

Vediamo anche, ha aggiunto, «che queste persone, quando arrivano in Puglia, vengono impiegate in settori come quello terziario o dell’agricoltura dove assistiamo a forme di sfruttamento del lavoro. Questo chiama in causa l’impegno del sindacato, sia rispetto al decreto Flussi sia rispetto alla legge Bossi-Fini, sia ancora rispetto alle riforme sul mercato del lavoro che ci impegnano a contrastare la precarietà e la logica di sfruttamento a causa della quale i migranti più deboli sono utilizzati in una condizione di violazione dei diritti, a partire anche dai diritti umani».

Matrangola: «Grande attenzione a Borgo Mezzanone»

Proprio sulla questione dei diritti dei lavoratori migranti è concentrata la Regione Puglia, come ha affermato l’assessora all’Immigrazione Viviana Matrangola: «In questo momento – ha affermato – c’è grande attenzione sulla cosiddetta pista di Borgo Mezzanone, a Foggia. Stiamo cercando di adottare misure per riconvertire il ghetto in un insediamento più inclusivo e connesso con il contesto territoriale».

Su Foggia, ha ricordato, «è anche partito il progetto Supreme, quest’anno non siamo capofila ma è stato avviato il polo sociale. Gli altri saranno attivati a dicembre su Bari e la provincia di Barletta-Andria-Trani e poi su Lecce, Brindisi e Taranto».

Matrangola ha inoltre evidenziato che «la Regione Puglia è dotata di uno strumento normativo all’avanguardia: la legge 32 del 2009. In questo momento stiamo cercando di attuarla nelle parti ancora inespresse. Inoltre, il Piano regionale per le politiche migratorie pone l’attenzione sul fenomeno, ma anche sugli strumenti di cui dotarsi per favorirne l’emersione».

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