L’ultimo bilancio regionale passerà alla storia come il più generoso di sempre per la politica che ha attinto a piene mani mance e regalie elettorali, “aiutini” nel settore della sanità, nomine e nuovi posti in enti, agenzie e società regionali: contributi a pioggia per 12 milioni di euro distribuiti fra destra e sinistra in una valanga di 242 emendamenti inseriti nella manovra.
E così sono spuntati 13 nuove poltrone da assegnare nei consigli di amministrazione di Arpa, Arif, Pugliapromozione e Arca. Ma siccome l’appetito vien mangiando e un nuovo incarico non si nega a nessuno, ecco spuntare un altro emendamento per moltiplicare le poltrone. Si tratta del numero 187 che istituisce il difensore civico in Puglia.
La norma
Una norma contestata, in stand by dal 2022, con diversi passaggi a vuoto in commissione, non a caso mai approdata al voto dell’aula. Ma quando arriva il bilancio, si sa, tutto è possibile, tanto più quando l’approvazione è molto vicina alle prossime elezioni regionali.
E così ecco pronto un pacchetto di altri cinque incarichi da assegnare a uso e consumo della politica. La nascita del difensore civico, infatti, prevede di aumentare il numero dei garanti da tre a cinque. Oltre ai garanti già in attività per la difesa di minori, disabili e detenuti, è previsto il nuovo difensore di cittadini e consumatori e quello deputato a salvaguardare i diritti dei malati.
La squadra dei garanti sarà indicata con voto segreto dal Consiglio regionale su proposta delle Commissioni consiliari che potranno indicare una terna di nomi a scelta.
I requisiti
Per ottenere l’incarico basterà essere in possesso di una laurea triennale e dimostrare di possedere un’esperienza generica nel settore di competenza. Ampia discrezionalità, insomma, senza criteri prestabiliti per offrire a tutti la possibilità di partecipare.
Di più, sono spariti misteriosamente alcuni limiti di buon senso previsti dal vecchio regolamento, per esempio quello che limitava a un massimo di due mandati e un altro che fissava a 65 anni il limite di età per i candidati.
I costi
Un’operazione che costerà in tutto tre milioni di euro fino al 2027, un milione di euro l’anno. Una cifra forse spropositata rispetto allo stipendio dei garanti che intascheranno un compenso lordo di circa 43mila euro l’anno, il 33% dello stipendio complessivo di un consigliere regionale, in totale 210mila euro annui.
Gli altri 800mila euro saranno gestiti dagli stessi garanti che in sostanza avranno a disposizione una sorta di bancomat illimitato per svolgere le loro attività. Un’operazione discutibile a detta dei più considerando anche la spesa aggiuntiva per le casse regionali.
Per i proponenti, invece, si tratta di un atto dovuto in quanto la Puglia, assieme alla Sicilia, resta a oggi l’unica regione in cui non è stato istituito il difensore civico, organismo di tutela dei diritti dei cittadini previsto dallo Statuto di ogni regione.