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Attualità Puglia

In Puglia aumentano adescamenti e pornografia on line ai danni di minori, parla De Bartolis – L’INTERVISTA

Da dati elaborati dal Servizio analisi criminale della direzione centrale polizia, in Puglia emerge un aumento sensibile di casi di pornografia minorile on line, da 4 a 17 (+325%). Stabili, invece, quelli di detenzione di materiale pedopornografico: 2 episodi. Ne abbiamo parlato con Marco De Bartolis, dirigente del Centro operativo per la sicurezza cibernetica Puglia della polizia di Stato.

Quanti e quali sono i reati on line che coinvolgono i minori?

«La diffamazione on line è quello più comune. Seguono le estorsioni sessuali attraverso la cessione di immagini di nudo. Minori che poi vengono ricattati per ottenere compensi in danaro, anche sotto forma di ricariche di carte prepagate o di altro tipo, per evitare la pubblicazione delle immagini».

Come avvengono, invece, gli adescamenti?

«Si viene adescati in tanti modi, anche attraverso le piattaforme di gioco on line dove si comincia a chattare con gli altri giocatori. Questo approccio confidenziale diventa terreno fertile per persone che mirano ad adescare i minori sia per ottenere foto o video di natura sessuale, sia per avere incontri dal vivo. A questo poi si aggiunge il revenge porn, la pubblicazione on line di immagini a sfondo sessuale senza consenso della persona ritratta. Un fenomeno che avviene come forma di ripicca al termine di una relazione sentimentale o per mostrare le proprie conquiste».

Dove collocare il cyber bullismo?

«Questo è un fenomeno che la polizia Postale segue da vicino facendo anche tanta prevenzione nelle scuole per intervenire a monte. I ragazzi sembrano ignari dei danni che possono produrre ai coetanei con il cyber bullismo. Chi ne è vittima è attaccato a qualsiasi ora del giorno e della notte e questo produce effetti deleteri».

Tra i tanti reati, qual è quello che inquieta di più la Postale?

«Un po’ tutti, ma soprattutto quelli che hanno a che fare con la sfera sessuale dei minori. Anche la diffamazione è pericolosa perché in fase adolescenziale si è insicuri con una debole percezione di sé. E la diffamazione incide sulla sfera psicologica in senso negativo».

Ma cosa spinge un minore a cedere sue fotografie o video di nudo?

«Internet è un mondo ad appannaggio dei minori e si è in una fascia d’età in cui si inizia a scoprire la sessualità e si è incuriositi. Il fatto di essere dietro allo schermo fa ritenere queste richieste e questi comportamenti non gravi».

Quanto valgono, sul mercato pedopornografico, le immagini a sfondo sessuale?

«È difficile da stabilire perché di solito quelle foto, o i video, diventano merce di scambio tra i pedofili».

A quanto ammonta, invece, il business riconducibile ai ricatti on line?

«Dipende. Si comincia a chiedere 500 euro. Se la vittima non paga, si scende a 100 euro. Sono organizzazioni che lavorano sulla quantità e il consiglio è sempre lo stesso: non pagare e denunciare subito».

Ma come fa un adolescente a denunciare d’essere vittima di revenge porn o di estorsioni a sfondo sessuale? Pesa doverlo confessare ai genitori

«Mai avere paura di denunciare. Ci si può rivolgere alla Postale cominciando con una semplice segnalazione. Lo si può fare anche attraverso l’app “YouPol”. È nostra cura assistere le vittime e siamo in grado di favorire il dialogo con la famiglia che poi denuncia. Non bisogna cedere al ricatto. Mai. In Puglia abbiamo già ricevuto una 50ina di segnalazioni da ragazzi d’età compresa tra i 13 e 15 anni. Tutti casi risolti».

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