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Imprese in crisi? Le salvano i lavoratori. In Puglia nuove opportunità con le operazioni di workers buyout

Favorire il salvataggio di un’impresa in crisi partendo dalla principale tra le forze in campo: i suoi dipendenti. Il tutto sintetizzato in due parole mutuate dalla lingua inglese: “workers buyout” (Wbo), che significa letteralmente "riscatto da parte dei lavoratori", vale a dire il salvataggio dell’azienda promosso dai dipendenti che subentrano nella proprietà. È il tema…

Favorire il salvataggio di un’impresa in crisi partendo dalla principale tra le forze in campo: i suoi dipendenti. Il tutto sintetizzato in due parole mutuate dalla lingua inglese: “workers buyout” (Wbo), che significa letteralmente “riscatto da parte dei lavoratori“, vale a dire il salvataggio dell’azienda promosso dai dipendenti che subentrano nella proprietà.

È il tema di un protocollo d’intesa siglato stamattina a Bari tra Puglia Sviluppo, finanziaria in house della Regione Puglia, e Cfi (Cooperazione finanza impresa), società cooperativa per azioni, partecipata e vigilata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e da oltre 350 imprese cooperative.

L’intesa ha l’obiettivo di dare soluzioni alle crisi di impresa e sostenere l’avvio di attività economiche attraverso l’utilizzo di immobili sequestrati alla criminalità organizzata. In questi interventi, un ruolo fondamentale sarà rivestito dai lavoratori che, grazie a un valido progetto imprenditoriale, potrebbero aprire la strada a una soluzione decisiva per il recupero dell’azienda e per il loro futuro occupazionale. Saranno infatti gli stessi lavoratori, riuniti in cooperativa, a rivitalizzare l’impresa altrimenti destinata alla liquidazione. Il tutto nel quadro normativo definito dalla Legge Marcora e dal Decreto Ministeriale del 4 gennaio 2021, la cui finalità è appunto la salvaguardia dei livelli occupazionali, attraverso la promozione di operazioni di workers buyout in forma cooperativa.

Il meccanismo può essere così sintetizzato: i lavoratori investono le proprie risorse – dall’anticipo della mobilità (Naspi) al conferimento del Trattamento di fine rapporto (Tfr) – e possono utilizzare i fondi messi a disposizione della Legge Marcora per assumersi la responsabilità della gestione dell’azienda, procedendo eventualmente anche al suo rilevamento. Le aziende, rigenerate, riprendono a produrre e spesso mostrano un tasso di sopravvivenza superiore a quello delle imprese tradizionali, creando nuova occupazione.

Il processo ha una natura complessa. L’avvio del percorso, infatti, presuppone un’attenta valutazione delle reali possibilità dell’impresa e delle fonti di finanziamento dedicate. Proprio qui si inserisce l’azione del protocollo.

L’intesa siglata in Regione Puglia, infatti, avrà l’obiettivo di promuovere sul territorio iniziative volte a diffondere gli strumenti offerti per il sostegno di workers buyout; all’individuazione di interventi coordinati di carattere finanziario su singoli progetti e alla promozione delle diverse misure agevolative fra loro sinergiche; al supporto e all’affiancamento di quei soggetti che rientrano tra i destinatari delle misure e, in particolare, a workers buyout cooperativi provenienti da crisi o da passaggio generazionale; rami di azienda o immobili sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata, gestiti da cooperative di lavoro o sociali.

Per realizzare tutto ciò, Cfi e Puglia Sviluppo metteranno a disposizione dei progetti le proprie professionalità, ma potranno anche avvalersi del contributo di altri soggetti che operano in ambito creditizio e finanziario.

Il protocollo avrà durata annuale e, in assenza di recesso, sarà automaticamente rinnovato per un altro anno.

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