Anche in Puglia il personale del trasporto pubblico locale incrocia le braccia per 24 ore. Lo sciopero non prevede il rispetto delle fasce di garanzia.
I lavoratori chiedono non solo il rinnovo del contratto scaduto quasi un anno fa ma denunciano anche «la strutturale carenza di organico, i diversi episodi di aggressione fisiche e verbali ai danni degli operatori front-line e cronica difficoltà nel reperire nuovi conducenti e altre figure specializzate» con conseguenze sui servizi.
Il personale di Ferrotramviaria che si occupa del trasporto locale su gomma a Bari e su ferro tra Bari e Barletta passando per l’aeroporto di Palese, garantisce i trasporti sulla linea che tocca l’aerostazione e i collegamenti da e per il quartiere periferico San Paolo di Bari. Sul proprio sito l’azienda fa sapere che in occasione dell’ultimo sciopero, l’adesione tra il personale è stata del 17,82%.
Ferrovie del Sud Est (Fse) ha pubblicato sul proprio sito, l’elenco di treni e bus garantiti nonostante lo sciopero nelle province di Bari, Taranto e Lecce. Anche Fse spiega che nel corso dell’ultimo sciopero nazionale dello scorso 9 settembre, ad aderire è stato il 23% del personale.
La sindaca di Andria Giovanna Bruno (Ali): «Il governo non investe sulla mobilità»
«È evidente che il governo Meloni poco o nulla vuole investire sulla mobilità, come si evince chiaramente dai notevoli tagli alle risorse nella fallimentare manovra finanziaria», dichiara Giovanna Bruno, sindaca di Andria e presidente di Ali Puglia, l’associazione delle autonomie locali, commentando lo sciopero.
Con l’astensione dal lavoro di oggi, il settore chiede anche «una vera e organica riforma della mobilità che annovera purtroppo modelli penalizzanti per il personale e per gli utenti, con un servizio arretrato e insoddisfacente in un tempo in cui la vera sfida a livello globale è proprio la mobilità di nuova generazione», ricorda Bruno che definisce «miope la bocciatura della maggioranza in commissione Trasporti dell’emendamento alla legge di bilancio che proponeva di incrementare a 800 milioni il fondo nazionale che ne conta solo 120: una miseria».
Per Bruno «il ministro Salvini [ministro dei Trasporti, ndr] deve connettersi alla realtà, farsi carico dei problemi che incidono sugli aspetti quotidiani delle comunità e dare risposte concrete con atti e scelte coerenti e forti, senza voltarsi dall’altra parte. Se è il governo in primis a non scommettere sul trasporto pubblico locale e sulla impellenza di potenziarlo con adeguate risorse, figuriamoci quanto possono farlo i Comuni già in sofferenza – conclude – con ripercussioni negative sui cittadini, costantemente vessati in cambio di servizi sempre più scadenti e insufficienti».
I disagi in Basilicata
L’adesione allo sciopero nazionale proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna, «è stata in Basilicata superiore al 95 per cento con punte del 100 per cento»: lo ha detto il segretario regionale della Uiltrasporti, Antonio Cefola.
I disagi a Potenza sono stati evidenti: l’azienda che gestisce il trasporto urbano nel capoluogo lucano e l’impianto delle scale mobili che collega la parte bassa della città con il centro storico ha confermato che «gli impianti sono chiusi e solo due (Basento e Marconi) garantiscono la fascia di rispetto, dalle 7 alle 10 e dalle 12 alle 15» e per quanto riguarda il trasporto su gomma «è garantito esclusivamente il servizio per gli studenti». Non sono stati segnalati, invece, particolari disagi nella città di Matera.