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La sfida possibile, il Sud dal divario al rilancio: la ricetta per il riscatto si basa su quattro pilastri

Gianni Lepre, giornalista ed economista, da anni si occupa di Mezzogiorno e, insieme alla figlia Anna, economista anche lei, ha scritto un libro, Sud. La sfida possibile (Piemme 2025), animato dalla convinzione, suffragata da dati e da studi, che è possibile superare il divario territoriale tra nord e sud del Paese. Senza nascondere ostacoli e criticità che impediscono lo sviluppo del Mezzogiorno, padre e figlia, unendo lo sguardo di due generazioni diverse, delineano la strada del riscatto di una «terra figlia di un dio minore», come la definiscono. Il risultato è un libro di grande utilità teorica e pratica perché sintetizza gli ambiti su cui puntare gli sforzi e le azioni concrete da intraprendere.

I quattro pilastri

«Una delle condizioni – scrivono – per orientare nel modo appropriato la spesa delle risorse disponibili è la consapevolezza di dove andare a mirare: la vision per la crescita di un Sud collegata al rilancio dell’intero Paese. Il Mezzogiorno deve puntare su quattro pilastri: industria, turismo e ambiente, energia e rinnovabili, economia del mare».

Industria

Per l’industria, va detto che il Sud già oggi, se fosse uno Stato, costituirebbe l’ottava manifattura europea per numero di imprese del settore. Anche solo considerando automotive, aerospazio, agroalimentare, abbigliamento-mod (le famose 4 A) e aggiungendo il farmaceutico, questi settori incidono sul complesso del manifatturiero meridionale per il 48%, mentre l’incidenza media italiana è del 32%. Per rafforzarli è necessario aumentare la loro densità imprenditoriale, innalzare la dimensioni delle imprese e dare un forte impulso a ricerca, innovazione e digitalizzazione.

Turismo e ambiente

Uno dei punti critici di questo settore è la stagionalità del fenomeno: bisogna riconfigurarlo puntando in direzioni diverse dal turismo esclusivamente «balneare», verso un’impresa turistica culturale e sostenibile. Sulle rinnovabili, fra eolico, solare e bioenergie, il Sud già attualmente incide per il 53,2% sulla produzione nazionale e sarà determinante per il conseguimento dei nuovi target europei di decarbonizzazione. Può diventare un hub europeo dell’idrogeno verde, favorito, in questo processo di sviluppo, in quanto già porta d’ingresso energetica per i gasdotti Transmed e Greenstream.

Economia del mare

Infine, per l’importanza che può avere l’economia del mare, basta un dato: pur occupando una superficie non superiore all’1% delle distese marine del pianeta, il Mediterraneo incide per il 20% sul traffico marittimo mondiale, per il 30% su quello dei prodotti petroliferi, per il 27% sui servizi di linea container. Per assumere un ruolo da protagonista, occorrono interventi sulle infrastrutture e un’azione per attivare incisive relazioni tra Sud Italia e Paesi del Mediterraneo.

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