Interdittive antimafia, ben 26 chieste e ottenute, ma anche 29mila operazioni bancarie sospette, in una terra in cui le mafie continuano ad operare, a crescere, divorando territori e infiltrandosi negli appalti pubblici, inclusi quelli finanziari con il Pnrr. È la fotografia della Puglia, restituita dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia appena pubblicata, e relativa al periodo compreso fra luglio e dicembre 2023.
La criminalità mafiosa
«Il secondo semestre del 2023 – si legge nella semestrale – non ha fatto registrare mutazioni significative nel quadro di riferimento generale del crimine organizzato pugliese. Si osserva una costante tendenza all’espansione dei territori controllati dai clan, anche al di fuori degli ambiti regionali e permangono alleanze storiche con altre organizzazioni criminali, anche straniere». Dai conflitti fra clan alle commistioni con il mondo dell’imprenditoria, ai vari traffici (armi e droga, con interessi transnazionali), alle corruzioni, ai voti di scambio. Unico, comunque denominatore è il denaro, che circola in grandi quantità dove i business si fanno illeciti.
Sequestri e confische
Al primo posto in Italia per valore dei sequestri ci sono proprio Puglia e Basilicata: 36 milioni, contro i 22 della Calabria, gli 11 della Campania e il milione della Sicilia. Ma scendono in ultimo posto per valore dei beni confiscati: 23 milioni e mezzo in Calabria, 15 e mezzo in Sicilia, 3 milioni 165mila in Campania, e infne 1 milione 200mila in Puglia e Basilicata. Segno del fatto che tra il primo e secondo step, ci sono evidentemente dei passaggi da considerare.
Le interdittive
Sulle 363 interdittive antimafia eseguite nel secondo semestre 2023 in Italia, 26 sono state adottate dalla prefetture pugliesi, al quarto posto della classifica (al primo la Campania con 78, al secondo la Sicilia con 55, terze Lombardia ed Emilia Romagna con 46). Delle 13.077 richieste, con l’avvio dell’istruttoria, la fetta maggiore, il 39 per cento, ben 5.093, erano al Sud. Al Nord ne sono stati chieste 4.559 (il 35 per cento), 3.425 al Centro (il 26 per cento). E, scorporando il dato, troviamo la Puglia (1.151) al secondo posto dopo la Campania (1.980), e prima di tutte le altre regioni terra di associazioni mafiose.
Le operazioni sospette
La relazione analizza due parametri: la quantità di operazioni sospette segnalate dagli organi di vigilanza divise per aree geografiche, e quella focalizzata sulle regioni luogo di origine delle mafie. La Puglia, al secondo posto con le altre del Sud, si conferma sul podio con 29.201 segnalazioni, dopo la Campania al primo (89.879) e prima di Sicilia (27.732 quelle riportate) e Calabria (“solo” 17.538. Numeri che, confermando la tendenza sempre più pesante delle mafie ad infiltrarsi nell’economia pulita, dall’altra parte però evidenziano un attenzione crescente da parte degli organi investigativi e della prevenzione.