Il prete anti camorra don Patriciello incontra i giovani pugliesi: «Aiutateci a capire cosa vi succede»

Padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano in prima linea nella lotta contro la camorra, è stato ospite, stamattina, dell’evento “Contro ogni violenza, il coraggio di dire no” organizzato nell’Agorà del Consiglio regionale della Puglia.

All’incontro, a cui ha partecipato anche la presidente dell’Assise Loredana Capone, sono intervenuti gli studenti e le studentesse dell’Iiss Salvemini di Alessano, del liceo Don Tonino Bello di Copertino, dell’Iiss Galileo Ferraris di Molfetta, del liceo Comi di Tricase e alcuni rappresentanti del progetto Giovani in Consiglio.

«Ho fortemente voluto questo incontro con gli studenti – spiega Capone – perché chiedo a loro di stringere un’alleanza con noi, di instaurare un dialogo per superare insieme questo momento buio dove troppe volte la violenza sta prendendo il sopravvento».

Rivolgendosi agli studenti, padre Patriciello ha affermato che «non servono eroi ma modelli vicini ai giovani, padri, madri, zii, preti che diano il buon esempio con azioni quotidiane. La criminalità – ha aggiunto – punta sempre al denaro e copre gli spazi lasciati vuoti dallo Stato. Non dobbiamo aspettare che muoiano i ragazzi per renderci conto di una pentola che bolle e di un problema che esiste. Va affrontato», ha concluso.

Per Renato Perrini, presidente della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, «è stata una grande emozione ascoltare padre Maurizio Patriciello, parroco di Caivano e conosciuto per la sua battaglia contro la camorra, parlare nell’agorà del Consiglio regionale a circa 300 studenti, giunti da tutta la Puglia».

La forza delle parole di padre Patriciello «ha conquistato non solo loro, ma tutti noi e la dimostrazione è stata la partecipazione vera dei ragazzi che si sono confrontati con don Patriciello in un dialogo vero e proficuo, perché frutto di riflessioni non “costruite”, ma sentite».

Agli studenti padre Patriciello ha chiesto: «Aiutateci a capire cosa vi sta succedendo». Un grido di aiuto «che è stato recepito e che, sono convinto, ha innescato in ognuno di quei ragazzi se non un cambiamento, degli interrogativi sul perché di determinati comportamenti violenti che vedono gli adolescenti sempre più protagonisti di fatti criminali e violenti», ha concluso Perrini.

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