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Il nuovo ospedale svuoterà i vecchi? Su Monopoli-Fasano è già polemica

Scoppiano le prime polemiche, complice l’imminente campagna elettorale, in vista dell’imminente apertura del nuovo ospedale Monopoli-Fasano. Il taglio del nastro, dopo anni di ritardi nel cantiere e lungaggini burocratiche, è atteso entro la fine del 2025 con il primo paziente previsto nel mese di dicembre. Il punto è che l’apertura determinerà uno “switch off” con…
ospedale monopoli fasano

Scoppiano le prime polemiche, complice l’imminente campagna elettorale, in vista dell’imminente apertura del nuovo ospedale Monopoli-Fasano. Il taglio del nastro, dopo anni di ritardi nel cantiere e lungaggini burocratiche, è atteso entro la fine del 2025 con il primo paziente previsto nel mese di dicembre. Il punto è che l’apertura determinerà uno “switch off” con gli altri ospedali delle province di Bari e Brindisi all’interno delle quali è incasellato il Monopoli-Fasano.

Parliamo di un bacino d’utenza di oltre 250mila abitanti con sei comuni del barese interessati: Monopoli, Putignano, Conversano, Polignano, Alberobello e Locorotondo nel Barese; Ostuni, Ceglie Messapica, Cisternino e Fasano nella zona brindisina. A chi toccherà gestire la transizione: all’Asl di Bari o a quella di Brindisi? Su chi ricadrà la responsabilità del riordino della rete ospedaliera e del personale sanitario? Sullo sfondo i tagli e gli accorpamenti di reparti annunciati da effettuare in base a criteri da stabilire.

Lo scenario

L’unica certezza, al momento, è che il vecchio ospedale di Monopoli, il “San Giacomo”, perderà i sette reparti attualmente in funzione fra cui Ortopedia, Neurologia e Cardiologia con la riconversione della struttura in centro specialistico. Sulla graticola, invece, finiranno i centri delle due province dotate di ospedali, in particolare Putignano, Ostuni e Ceglie Messapica: nosocomi che rischiano di perdere pezzi e unità di personale a vantaggio del Monopoli-Fasano che va adeguatamente riempito considerando i circa 300 posti letto realizzati con nove sale operatorie e 150 stanze di degenza.

Le indiscrezioni

E così, nelle ultime settimane, sono circolate indiscrezioni su ciò che avverrà fra qualche mese che hanno messo in allarme la politica. Non a caso il capogruppo regionale di Con, Antonio Leoci, ha messo in guardia le Asl impegnate a gestire la fase del riordino. «I reparti del Brindisino non si toccano», avverte Leoci, che aggiunge, rivolto all’assessorato alla sanità: «Prima di qualsiasi scelta bisogna ascoltare i territori, non possiamo permetterci gli errori del passato quando si sono chiusi piccoli ospedali a danno dei cittadini-utenti».

Gli ha fatto eco sul fronte delle minoranze di centrodestra il consigliere regionale Tommaso Scatigna, esponente di Fratelli d’Italia, che l’altro giorno ha effettuato un sopralluogo all’ospedale di Putignano: «Una struttura gioiello con personale di altissimo livello che chiede di poter continuare ad assistere i pazienti». Di qui la richiesta di potenziare l’esistente, in particolare il reparto di Penumologia, la banca del sangue ed altre unità operative strategiche che a detta dell’ex sindaco di Locorotondo sono state completamente abbandonate dalla Regione Puglia.

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