C’era una volta l’idillio fra il presidente pentastellato Giuseppe Conte e il governatore pugliese Michele Emiliano, ma soprattutto l’asse di ferro fra i Cinque Stelle e il centrosinistra pugliese. Un ricordo lontano dopo il gelo calato fra i due leader che da settimane si punzecchiano a distanza.
Proprio nel fine settimana scorso l’ex presidente del consiglio, a Triggiano per una tappa del suo tour elettorale in Puglia, aveva attaccato frontalmente Emiliano: «Ci ritiene degli alleati scomodi, mi ha attaccato ingiustamente sull’ex Ilva solo perché chiediamo l’asticella più alta per la fabbrica. Dopo 20 anni di politica attiva forse il rischio è che ti adagi un po’».
La replica
Parole di fuoco contro Emiliano che ieri ha replicato senza citare mai Conte: «Sarebbe paradossale che qualcuno mi accusasse di rendere difficile il rapporto tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle, perché io ho sacrificato molto della mia serenità quando questi due soggetti non dialogavano, erano in lotta permanente accecati dalle reciproche concorrenze. E non vorrei mai tornare a quei tempi. È evidente però che il M5S è diventato tattico».
E cioè: «Non badano più solo alla sostanza ma anche alla tattica, ad esempio il M5S vuole essere coinvolto nelle coalizioni quando teme di rimanere fuori da alcune amministrazioni e in quel caso comincia a cercare di dividere le leadership del Pd. In un’intervista di Turco ho sentito che diceva a Decaro di essere diverso da Emiliano: questo non è possibile nel senso che la storia è unica, non sovrappone le due personalità, ma certamente non le può dividere e non si può chiedere da parte di un alleato di dividere le storie belle della Puglia. Sono rimasto deluso da questo atteggiamento perché dopo tutto quello che ho fatto per il Movimento 5 stelle onestamente non mi aspettavo questo trattamento».
La stilettata finale
Così come non si aspettava che Conte ignorasse l’invito a chiarire rivoltogli da Emiliano subito dopo le bordate lanciate da Triggiano. E così il “Gladiatore” ha chiuso togliendosi l’ultimo sassolino dalla scarpa, il più doloroso, riferito al caso Taranto dopo il voto. «Se noi fossimo andati insieme dal primo momento a Taranto avremmo già vinto le elezioni.
Adesso andare dal candidato del Pd e dei civici per negoziare tatticamente è sbagliato, perché umanamente Piero Bitetti merita il sostegno di tutto il fronte progressista e io mi auguro che ce l’abbia. Ognuno fa come vuole, però io il tatticismo lo vedo sempre nei confronti al massimo dell’avversario non all’interno delle stesse coalizioni. La lealtà, la trasparenza e il parlare chiaro sono sempre la cosa migliore per fare una buona alleanza».