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Il ddl anti-trasformisti in Puglia, FdI vuole riprovarci. Sos a Pd e M5S: «Votino a favore»

Il disegno di legge “anti-trasformisti”, bocciato soltanto pochi giorni fa dalla Commissione Riforme istituzionali del Consiglio regionale, potrebbe essere sottoposto al vaglio dell’Aula. Luigi Caroli, esponente di Fratelli d’Italia e primo firmatario della proposta, si dice pronto a chiedere che la discussione venga calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo già nelle prossime settimane. E lo fa…
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Il disegno di legge “anti-trasformisti”, bocciato soltanto pochi giorni fa dalla Commissione Riforme istituzionali del Consiglio regionale, potrebbe essere sottoposto al vaglio dell’Aula. Luigi Caroli, esponente di Fratelli d’Italia e primo firmatario della proposta, si dice pronto a chiedere che la discussione venga calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo già nelle prossime settimane. E lo fa con ancora maggiore convinzione dopo che “L’Edicola” ha evidenziato come, dall’inizio delle legislatura a oggi, un consigliere regionale su quattro abbia cambiato gruppo se non addirittura schieramento.

Il testo

La proposta è strutturata in quattro articoli finalizzati, come si legge nella relazione introduttiva, a “scoraggiare il passaggio dei singoli consiglieri da un gruppo all’altro” sul modello di quanto fatto in Senato attraverso una serie di modifiche al regolamento. La novità sarebbe sostanzialmente una: “I componenti dell’Ufficio di presidenza, che cessano di far parte del gruppo consiliare al quale appartenevano al momento dell’elezione, decadono dall’incarico”. In altre parole, chi passa da un gruppo all’altro perde immediatamente la poltrona all’interno delle Commissioni o dell’Ufficio di presidenza, compresi i benefit economici che possono superare i 1.200 euro al mese. A questo principio la Commissione Riforme istituzionali ha recentemente detto no in poco più di un quarto d’ora, grazie a una “strana intesa” tra Partito democratico e Movimento Cinque Stelle (contrari) e Lega (astenuta).

Il tentativo

Nei prossimi giorni, però, i consiglieri di Fratelli d’Italia chiederanno che il testo passi direttamente al vaglio del Consiglio regionale. Non sarà facile, visto che servirà il via libera da parte della conferenza dei capigruppo. Ma Caroli, primo firmatario della proposta, non si perde d’animo e lancia un appello ai vertici del centrosinistra: «Farò di tutto per portare il testo in aula perché le Commissioni e lo stesso Consiglio non possono rimanere ostaggio di esponenti politici che transitano da un gruppo all’altro con eccessiva disinvoltura. Spero che il segretario regionale del Pd, Domenico De Santis, e i vertici pugliesi del M5S, che si dicono in prima linea per la legalità e l’efficienza della politica, sostengano l’opportunità di discutere e approvare la norma contro i cambi di casacca».

Lo scenario

Il trasformismo, d’altra parte, sembra un malcostume fin troppo diffuso in Puglia come nel resto d’Italia. Dal 2020 a oggi, infatti, il 25% dei consiglieri regionali ha cambiato gruppo e, in alcuni casi, addirittura schieramento. Emblematici i casi di Giuseppe Tupputi, eletto nella civica di centrosinistra Con e poi finito in Forza Italia, e di Stefano Lacatena, che ha compiuto il percorso inverso. Senza dimenticare la vicenda di Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Sergio Clemente che cinque anni fa entrarono in via Gentile con i colori del Pd salvo costituire successivamente il gruppo di Azione: passaggi che hanno paralizzato la maggioranza di centrosinistra soprattutto dopo la nomina di Amati ad assessore al Bilancio. Il fenomeno, comunque, è trasversale e riguarda anche il centrodestra, alcuni esponenti del quale sono transitati dalla civica fittiana “La Puglia Domani” a Forza Italia (è il caso del foggiano Paolo Dell’Erba) o dai ranghi berlusconiani a quelli della Lega (si pensi all’altro foggiano Napoleone Cera).

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