Andria ha un record: il commercio in sede mobile della città federiciana è il più “italiano” del Paese con il 98,3 punti percentuali sul totale delle imprese ambulanti nel Comune. Stando agli ultimi dati di Unioncamere e Infocamere, Andria conta su 699 imprese ambulanti iscritte ben 687 imprese italiane. Quasi la totalità delle imprese, a dispetto della media nazionale che vede gli ambulanti di origine straniere attestarsi sul 57% delle oltre 160mila bancarelle italiane. Il podio dei mercati più italiani d’Italia è completato da Afragola (64,4%) e Catania (48,8%). La classifica opposta, quella delle città con cluster maggiormente stranieri è guidata da San Nicola La Strada in provincia di Caserta con gli 86,4% di ambulanti stranieri, maggiormente provenienti dal Senegal. Segue Caserta con il 68,7% di ambulanti stranieri, sempre dal Senegal, e chiude il podio Lamezia Terme con il 64% di ambulanti stranieri, prevalentemente di origine marocchina.
Il commercio in sede mobile rappresenta una componente strutturale di grande importanza, non solo economica ma anche sociale per la vicinanza che assicura alla domanda diffusa di beni accessibili su tutto il territorio nazionale, soprattutto per le comunità meno servite da punti vendita fissi. Il commercio ambulante si rivela un tipo di attività particolarmente adatta a rispondere alle esigenze delle diverse realtà locali e uno strumento che crea un legame stretto con il territorio, contribuendo alla vitalità economica delle comunità locali. La mappa del commercio ambulante rivela una distribuzione molto polverizzata, con la presenza di almeno un’impresa in oltre 6.200 comuni italiani e con una concentrazione che supera le 500 realtà solo in meno di 30 comuni. Un fenomeno, quest’ultimo, comunque di grande rilievo per i territori interessati visto che le 47mila imprese individuali in questi grandi “cluster ambulanti” rappresentano il 31% di tutte le aziende del settore.
Il dato che emerge dalla città andriese, ma anche nella provincia di Bari, sottolinea la tradizione e l’attaccamento del territorio e del tessuto sociale alle bancarelle. Tema caro ad associazioni del settore, come Casambulanti, che ha rimarcato a più riprese le occasioni perse anche dalla politica e il potenziale dei mercati non sfruttato e non adeguatamente valorizzato.