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La nuova minaccia di Trump, i dazi contro la pasta italiana: duro colpo al Made in Puglia

La minaccia arriva come un fulmine a ciel sereno e fa tremare l’intera filiera agroalimentare: Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha annunciato l’intenzione di imporre un dazio fino al 107% sulla pasta italiana importata negli Usa. Un provvedimento che, se realizzato, potrebbe mettere in ginocchio non solo i produttori del Sud Italia ma anche…
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La minaccia arriva come un fulmine a ciel sereno e fa tremare l’intera filiera agroalimentare: Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha annunciato l’intenzione di imporre un dazio fino al 107% sulla pasta italiana importata negli Usa.

Un provvedimento che, se realizzato, potrebbe mettere in ginocchio non solo i produttori del Sud Italia ma anche l’intero comparto nazionale della pasta, una delle eccellenze del Made in Italy. «Sarebbe un colpo durissimo per i produttori, soprattutto per chi come noi lavora da decenni nel rispetto della qualità, della tradizione e del territorio», dice Antonio Divella, proprietario del celebre pastificio Divella di Rutigliano, in provincia di Bari. «Quello Usa è un mercato fondamentale per l’export della nostra pasta, non possiamo permetterci una penalizzazione così ingiusta e sproporzionata. Si rischia di compromettere il lavoro di centinaia di famiglie e agricoltori del Mezzogiorno».

La Puglia è tra le principali produttrici di grano duro in Italia, materia prima fondamentale per la pasta di qualità.

Il paradosso

Alcuni operatori del settore segnalano che una parte della concorrenza italiana negli Usa, 13 pastifici secondo alcune fonti, acquista grano italiano a prezzi molto bassi, approfittando della filiera agricola nazionale, ma rivende la pasta a prezzi maggiorati sul mercato americano.

Un comportamento che, secondo Divella, «è scorretto e dannoso, perché alimenta la percezione negli Stati Uniti che il prodotto italiano sia diventato un lusso artificiale, mentre chi lavora con trasparenza e margini corretti rischia di pagare per colpe non sue». Barilla potrebbe essere l’unica a non subire direttamente i contraccolpi di un’eventuale imposizione tariffaria, giacché possiede stabilimenti produttivi anche negli Stati Uniti. Così potrebbe aggirare almeno in parte i dazi.

Le associazioni agricole, da Coldiretti a Confagricoltura, lanciano l’allarme. Secondo un’analisi congiunta, i dazi proposti da Trump potrebbero rivelarsi un boomerang soprattutto per i consumatori americani, che preferiscono la pasta italiana per qualità, gusto e tradizione. «Si rischia di aumentare il prezzo di un prodotto richiesto e amato, spingendo i consumatori verso surrogati di qualità inferiore o costringendoli a spendere molto di più per lo stesso prodotto», dicono da Coldiretti.

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