«Biomaca è un’azienda che nasce dalla mia volontà di rimanere a contatto con la terra e con la Puglia e che utilizza solo prodotti naturali a base di bava di lumaca. E presto vorrei verticalizzarmi e combinare l’alimentazione alla cosmetica». A raccontarlo è Nunzia Casamassima, tecnologa alimentare e consulente dermocosmetica che nel 2018 ha fondato Biomaca, azienda pugliese che produce cosmetici a base di bava di lumaca.
Nunzia, come nasce l’idea di Biomaca?
«Ho aperto un allevamento di lumache per fare pet therapy con i bambini. Ma molte mamme mi chiedevano della bava di lumaca. Così ne ho studiato per tre anni le proprietà e nel 2021 ho aperto l’azienda cosmetica».
Il nome Biomaca ricorda la lumaca, ma anche il bio.
«Il mio è un allevamento all’aperto a ciclo biologico, per cui le lumache vengono alimentate esclusivamente con le bietole, rispettando il ciclo vitale dell’animale, che non muore e secerne la bava naturalmente».
Come avviene l’estrazione?
«Una volta che sono mature, le lumache vengono portate in un laboratorio vicino e viene estratta la bava, per poi essere sciacquate e rimesse in campo. L’estrazione dura circa dieci minuti e l’animale né soffre, né subisce alcun tipo di stress».
E quali sono le proprietà della bava di lumaca?
«Tantissime. È sebo regolante, anti-age, rigenerativa».
Qual è il valore aggiunto di questi prodotti?
«Essendo naturali, possono essere, per esempio, usati dalle donne in gravidanza o dagli adolescenti. Sono prodotti che vanno usati con costanza e che si possono usare sempre».
Quindi ha deciso di metter su l’azienda?
«Date le richieste, ho deciso di creare una linea cosmetica a 360 gradi, con un target ampio, di donne e uomini, che va dai venti ai settant’anni, e con prodotti che vanno dalla detersione alla protezione».
Come ha cominciato?
«Ho iniziato partecipando a fiere locali e piccoli mercatini, presentando la mia linea. Inizialmente i prodotti erano quattro: una crema viso, un siero, una crema corpo e un burrocacao».
E poi?
«E poi ho visto che le persone li acquistavano, mi ricontattavano e ringraziavano per i risultati raggiunti. Così a poco a poco sono cresciuta e adesso ho venticinque referenze».
L’azienda è cresciuta anche in altri modi?
«Sì, Biomaca è partner del network dell’università di Bari e Balab, grazie a cui ho partecipato a pre-acceleratori e progetti per giovani imprenditori, come lo scorso anno a quello europeo per giovani imprenditrici in Spagna. Abbiamo vinto una borsa di studio e abbiamo sviluppato la parte del growth marketing».
Cosa le ha dato quest’esperienza?
«Mi ha aiutato innanzitutto a validare la mia idea di business e a farmi conoscere. Ho acquisito nozioni imprenditoriali sul branding aziendale e la gestione del progetto. Mi ha dato un up in più, perché ho sentito l’esigenza di verticalizzarmi. Ho maturato una visione di azienda ad ampio raggio, imprenditoriale e sostenibile».
Ma non solo.
«E adesso sto cercando di occuparmi anche delle donne in menopausa, sviluppando prodotti specifici che possano aiutarle con le macchie cutanee o la couperose».
Altri aspetti della sua attività?
«Mi occupo anche di consulenze preliminari, sia online sia offline. Prima di acquistare i prodotti, verifichiamo, in base al tipo di pelle e all’eventuale problema da risolvere, qual è il prodotto più adatto».
E in futuro, come vuole espandersi?
«Sto studiando un progetto che mi permetta di unire l’alimentazione con la cosmetica, per capire come la prima possa influire da un punto di vista metabolico».
Alla base dell’azienda c’è la valorizzazione del territorio?
«È il punto da cui son partita. Volevo rimanere in Puglia, a contatto con l’agricoltura e la terra. Esistono allevamenti indoor, con luci artificiali, ma non era quello che volevo fare. E ho corso tutti i rischi del caso, legati a eventuali grandinate o siccità».
Sempre con una politica green?
«Sì, per esempio sto usando anche un packaging riciclabile e sostenibile, con amido di mais».
È un territorio che offre tanto?
«Sì ed è giusto sfruttarlo. Ma in Puglia abbiamo anche le competenze giuste, con tante belle aziende che stanno riscoprendo la sostenibilità».
A proposito di competenze, quanto studio c’è alle spalle del suo lavoro?
È uno studio giornaliero, tra libri, master, ricerche. Ho aperto l’allevamento nel 2018, ma avevo già studiato l’animale, dall’habitat più adatto al periodo della riproduzione fino al modo di vivere».
Quali sono stati i momenti più difficili in questa sua carriera da imprenditrice?
All’inizio, quando ho creato l’allevamento. Perché essere imprenditrice in Puglia non è facile. Non ho ricevuto molto sostegno dagli altri allevatori della regione».
Uno dei traguardi principali, invece?
«Il feedback delle persone che riacquistano i prodotti. Ho clienti che non sono mai andati via e altri che stanno curando problematiche come l’acne, che mi ringraziano per i miglioramenti. È una certificazione del lavoro svolto».
Dove può arrivare Biomaca?
«Il mio obiettivo è ampliare il mercato, rendere la mia startup punto di riferimento per la cura delle persone in maniera naturale, accessibile a chiunque si avvicini al mondo biologico».