I bonus “curano” l’inflazione ma gli aumenti pesano. A Bari su base annua per aprile si attesta al 6,2%

Cala leggermente l’inflazione, dopo l’impennata degli ultimi mesi. Ad aprile, secondo gli ultimi dati dell’Istat, i prezzi al consumo hanno registrato una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6% su base annua (meglio rispetto al dato del mese di marzo: 6,5%). Numeri al ribasso anche rispetto alle stime pubblicate a fine aprile, con cui l’Istat aveva annotato una crescita dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annuale. Il calo è confermato in tutte le ripartizioni geografiche, che si allineano al dato nazionale con qualche variazione. A Bari l’aumento su base annua per aprile si attesta al 6,2%, sempre inferiore al mese precedente (6,5%).

«È vero che l’inflazione su base mensile è scesa leggermente questo mese – spiega l’avvocato Dario Durso del Codacons di Bari – ma si tratta di una diminuzione “falsata” dai bonus statali che sono stati erogati in questi mesi e il cui effetto finirà molto entro giugno. Si tratta di misure “tampone” e non di interventi di ampio respiro per stabilizzare il reddito dei cittadini». Il rallentamento tendenziale dei prezzi al consumo, infatti, si deve prevalentemente alle voci di spesa che includono i prodotti energetici: abitazione, acqua, elettricità e combustibili (che passano da un +28,3% di marzo a +24,7%). Tutti settori in cui è intervenuto lo Stato e che hanno inciso direttamente sulla spesa delle famiglie, anche grazie all’innalzamento della soglia Isee per usufruire del bonus che passa da 8mila a 12mila euro (mentre resta immutata quella di 20mila euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico), portando la platea dei beneficiari a circa tre milioni di famiglie per il bonus elettrico e 2 milioni per il bonus gas. Il bonus viene corrisposto automaticamente, e non più su richiesta, e sotto forma di sconto in bolletta e non di rimborso per le utenze individuali. Rallentano, sebbene in misura minore, anche i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione (da +4,7% a +3,6%) e invertono la tendenza quelli di ricreazione, spettacoli e cultura (da +0,5% a -0,6%). L’inflazione continua invece a crescere e a diffondersi su altri comparti merceologici: beni durevoli e non durevoli, servizi legati ai trasporti (da +1,0% a +5,1%) e agli alimentari: cresce il carrello della spesa che si porta ad un +5,7%.

«Sono scesi i carburanti e l’energia, ma le voci di spesa che più incidono sulle tasche delle famiglie e dei consumatori non accennano a diminuire, anzi gli aumenti si stanno stabilizzando e non credo torneremo indietro – prosegue Durso – gli aumenti mensili che stiamo riscontrando si aggirano sui 500-600 euro mensili per ogni famiglia. Sicuramente si sono verificati degli episodi di sciacallaggio e di speculazione per i quali sarebbe necessario un intervento sistematico sul reddito».

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