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Guerra delle concessioni in Puglia, Capacchione: «Il Piano Regionale delle Coste? Vecchio e inapplicabile»

Un guazzabuglio burocratico, «una chimera» a sentire il presidente nazionale del Sib, Antonio Capacchione, il riferimento è al Piano Regionale delle Coste (in sigla PRC), a cui dovrebbero far riferimento i Comuni per adottare un Piano Spiagge. Solo da qui si può partire per fare i bandi per le concessione delle aree demaniali, così come pretende l’Europa, affermando il principio (difficile considerarlo ingiusto) che per i beni demaniali non si può andare avanti con proroghe per sempre: servono gare.

I numeri

Ma non è facile. Il Piano della Regione è un vero e proprio strumento urbanistico, vecchio di 14 anni, inapplicabile. La prova di tutto questo è che in Puglia solo sette Comuni hanno realizzato un Piano Spiagge (in termini tecnici è il PUAD, Piano utilizzo aree demaniali) che è «coerente», ma non «conforme». Tra i due termini c’è un abisso.

Il cavillo

Non esiste in materia di giurisprudenza urbanistica la parola «coerente», gli strumenti dovrebbero essere «conformi», ma non riescono ad esserlo. La prova? I Comuni commissariati per non aver realizzato un Piano Spiagge si sono ritrovati di fronte ad un altro fallimento. Parliamo di enti come Barletta, Molfetta, Trani che nonostante avessero un commissario ad acta (in genere un funzionario regionale) per realizzare lo strumento comunale questo stesso non è riuscito a portarlo a termine. I sette Comuni invece che lo hanno redatto ed approvato non hanno potuto usare nel documento di pianificazione la parola conforme. Perchè non lo è. Ma si sono fermati a quella di «coerente» e tutto questo è oggetto di contenziosi.

L’ira del Sib

«Solo propaganda, inutile propaganda – afferma Antonio Capacchione, presidente del Sib – è questo il piano regionale delle coste in Puglia. Inapplicabile. Non considera per esempio che ci sono aree rocciose ed arenili, inserisce piste ciclabili in zone periferiche che partono dallo stabilimento balneare e arrivano dopo chilometri al centro. Impossibile da realizzare».
Il Sib afferma che di tutto questo non ci si è certo accorti adesso. Solo per dire l’ultima, il litorale sabbioso pugliese non è più quello fotografato nel 2012 (anno della redazione del Piano Regionale delle Coste), con i piani comunali della costa senza una ricognizione aggiornata dello stato di salute delle spiagge, si rischia di concedere nuove concessioni dove manca la sabbia e revocarne dove invece il mare in sei anni ha ristabilito un equilibrio naturale. Da qui anche la difficoltà dei Comuni. Ma senza un piano Spiagge «conforme» a quello regionale si possono fare i bandi per nuove concessioni? O sono tutti impugnabili? Di certo quest’estate va, ma dopo?

Castellaneta e Ginosa

Intanto dove sono statu emanati i bandi per le nuove concessioni, Ginosa e Castellneta, c’è il caos completo. A Ginosa si attende il responso del Tar, a Castellaneta si è deciso di impugnare l’atto del Comune e i balneari attendono adesso la normativa nazionale. Per ora vanno avanti per due mesi con una concessione temporanea, che in genere si dà per autorizzare eventi, non certo per affittare ombrelloni, lettini. E già questo per alcuni è una forzatura. Dall’altro lato la legge europea, la Bolkstein non può essere più ignorata e sta dimostrando come molti enti da Regione e Comuni, non hanno gli strumenti giusti per governare la costa.

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