«Leonardo rispetti gli accordi e venga al tavolo a discutere di superamento della monocommittenza e tutela di un asset strategico come l’aeronautica civile in Italia. Non saremo più disponibili ad accettare incontri senza la possibilità del contraddittorio con l’azienda».
Lo dichiara la Uilm, con Luigi Bennardi, dopo l’incontro di lunedì 14 aprile a Bari, in Regione Puglia, con l’assessore alle Crisi industriali, Serena Triggiani, la task force Lavoro della stessa Regione e l’azienda. Al centro, la situazione dello stabilimento Leonardo di Grottaglie che appartiene alla divisione Aerostrutture e che produce due sezioni della fusoliera del Boeing 787.
«È una grave mancanza di rispetto non solo per tutti i lavoratori e per le organizzazioni sindacali – afferma la Uilm – ma anche e soprattutto per l’istituzione Regione Puglia. Leonardo la smetta di fuggire davanti alle proprie responsabilita’ di azienda di Stato. Siamo determinati a tutelare i lavoratori e lo stabilimento stesso da una preoccupante indecisione industriale che ormai si protrae da tempo».
E per la Fiom Cgil, con Pasquale Caniglia, nell’incontro di oggi in Regione Puglia «abbiamo obiettato come non siano stati rispettati gli accordi circa la diversificazione produttiva del sito di Grottaglie». Inoltre, aggiunge la Fiom, «la Regione, tramite Aeroporti di Puglia, ha ceduto degli spazi a Leonardo proprio perché si procedesse sulla strada della diversificazione della produzione cosa che non è avvenuta».
Per la Fiom serve «un ulteriore passaggio anche alla presenza del presidente della Regione, Michele Emiliano, e dei ministeri competenti per affrontare il futuro dell’aeronautica civile rispetto al fatto di cosa si intende fare della divisione Aerostrutture che deve restare all’interno della One Company».
Inoltre, rileva la Fiom, “abbiamo ribadito l’esigenza di chiarezza rispetto alla nuova partnership che nell’immediato futuro potrebbe portare alla dismissione dell’aeronautica civile al Sud Italia, nonche’ di un asset industriale strategico per tutto il Paese. L’azienda Leonardo – conclude la Fiom – non puo’ diventare un’azienda che si occupa solo del settore militare e abbandonare l’unica divisione che si occupa delle produzioni civili