Il grano? Arriva dal Canada. E’ accaduto l’anno scorso e si sta ripetendo quest’anno. I carciofi? Pochi quelli italiani, nei supermercati ci sono quelli egiziani. E le arance? Altro che Sicilia arrivano dal sud Africa. Ebbene mai così tanto cibo straniero è arrivato in Puglia e in Basilicata, eppure la primavera appena arrivata avrebbe dovuto far vedere ben altri prodotti nei mercati. A lanciare l’allarme è Coldiretti che segnala come la Puglia sia la prima regione del sud per importazioni di prodotti agricoli e agroalimentari dai Paesi extra UE con un aumento del 66% nel 2024. E quest’anno la situazione non andrà meglio. Il motivo? Non è la crisi dell’agricoltura, la manodopera che non c’è, ma il cambiamento climatico. In realtà già l’anno scorso si era avuto un calo enorme della produzione dell’olio che era arrivato a prezzi esorbitanti e pure il grano, arrivato ad un certo punto, anche nei luoghi più caratteristici della panificazione (come Altamura) lo si era preso da fuori, dalla Russia.
La questione è chiara ed è nazionale. L’agricoltura nel 2025 è sempre più preda di anomalie climatiche: sulla base di dati Eswd, tenendo conto della nuova ondata di maltempo che arriva dopo un inizio anno che ha fatto segnare un aumento del 62% degli eventi estremi rispetto allo stesso periodo del 2024, l’allerta è scattata per le colture, dagli albicocchi e dai peschi in fiore agli ortaggi in pieno campo. Ad essere minacciati da nubifragi e gelo sono stati all’inizio gli agrumi ancora sulle piante, oltre alle coltivazioni in serra fredda e alle piante al risveglio vegetativo nei vivai.
Dal gelo al caldo
L’innalzamento delle temperature determinato dai cambiamenti climatici determina poi un più precoce risveglio vegetativo delle piante e le rende più vulnerabili alle gelate dopo un mese di gennaio e febbraio che è stato il terzo più caldo mai registrato in Italia, con una temperatura di 1,76 gradi superiore alla media storica, secondo Isac Cnr.
Per le regioni del Centro Italia lo scarto è addirittura di 1,99 gradi (rispetto all’anno scorso) mentre al Sud la colonnina di mercurio è più alta di 1,92 gradi e al Nord di 1,52 gradi. Allo stesso tempo si rischia che salti la programmazione degli ortaggi con anticipo o ritardo della maturazione con eccessi di offerta in certi periodi e carenza di prodotto in altri. Da qui l’innalzamento dei prezzi per alcuni prodotti e l’arrivo delle primizie certo, ma che potrebbero restare tali se poi le gemme sono preda di gelate.
L’allarme siccità
E se è vero che l’inverno è appena finito la siccità stringe già d’assedio l’Italia con la situazione più grave ancora una volta nelle regioni del Sud, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Sardegna alla Basilicata, rendendo sempre più urgente la realizzazione di un piano invasi. La situazione più grave si registra in Puglia alle prese con una crisi idrica senza precedenti, con gli invasi del Tavoliere dove mancano 100 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo scorso anno. Se lo scenario non muterà drasticamente con l’arrivo di piogge, non ci sarà acqua per irrigare i campi nell’estate 2025 e certamente si avranno ripercussioni gravi anche su quella potabile. E su tutta l’economia del comparto agricolo. L’allarme è lanciato, ma al momento non pare che ci siano state grandi cambiamenti, anche se è già tutto previsto.