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Mammella, colon retto e cervice uterina: gli screening oncologici, quando un test salva la vita

Una lettera, una chiamata o un messaggio: in Puglia, l’invito a partecipare agli screening oncologici arriva in forme diverse ma con un obiettivo comune: garantire a tutti i cittadini che rientrano nelle fasce d’età previste l’accesso gratuito agli esami di prevenzione. Un sistema organizzato e sempre più capillare, sostenuto dalla Rete oncologica pugliese e dai Centri di orientamento oncologico attivi nelle Asl, nei policlinici e negli istituti di cura.

Gli screening oncologici

Attualmente, gli screening oncologici gratuiti offerti dalla Regione sono tre: per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto. Esami semplici, non invasivi, in grado di rilevare precocemente eventuali alterazioni, spesso ben prima della comparsa dei sintomi. Una diagnosi tempestiva aumenta, infatti, in modo significativo le probabilità di cura e guarigione.

La mammella

Lo screening per il tumore della mammella è rivolto alle donne tra i 50 e i 69 anni, invitate ogni due anni a sottoporsi a una mammografia. L’esame, sicuro e indolore, viene eseguito con apparecchiature di ultima generazione disponibili in tutta la regione. In caso di lesioni sospette, è previsto un percorso gratuito di approfondimento con specialisti.

La cervice uterina

Alle donne tra i 25 e i 64 anni è offerto lo screening per il tumore della cervice uterina. Si articola in due percorsi: tra i 25 e i 29 anni si effettua ogni tre anni il Pap-test, che individua alterazioni cellulari; dai 30 ai 64 anni, invece, viene proposto l’Hpv-test ogni cinque anni, in grado di rilevare il Papillomavirus, principale causa di queste neoplasie. Se l’Hpv-test risulta positivo, il campione è analizzato anche con il Pap-test. In caso di anomalie, si procede con ulteriori accertamenti, come la colposcopia, sempre gratuiti. La diffusione dell’Hpv è molto comune, ma solo alcuni ceppi possono evolvere in forme tumorali se non trattati per tempo.

Il colon retto

Lo screening per il tumore del colon retto è, invece, rivolto a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni e consiste nella ricerca del sangue occulto nelle feci, possibile spia della presenza di polipi o adenomi. Il kit per la raccolta può essere ritirato in una delle oltre mille farmacie aderenti. In caso di positività, si esegue una colonscopia, che consente di individuare e rimuovere eventuali lesioni.

Azioni e risultati

Negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia, la Regione Puglia ha investito molto per potenziare l’estensione degli screening. I dati mostrano che il numero di inviti ha superato in alcuni casi anche il 100% del target previsto (la stessa persona può ricevere più solleciti), dimostrando un’efficace riorganizzazione. Tuttavia, il vero ostacolo resta il tasso di adesione. Per lo screening della mammella si registra una partecipazione media appena sotto il 60%, uniforme su tutto il territorio. Lo screening del tumore della cervice uterina si ferma al 50%, pur avendo raggiunto la piena copertura della popolazione target. Il dato più critico è quello del colon retto: nonostante l’ampia rete e l’estensione oltre il 100%, l’adesione non supera il 30%.

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