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Giunta Regione Puglia, via libera al nuovo piano energetico: addio a carbone e fonti fossili

Come anticipato da queste colonne, ieri la giunta regionale ha dato il via libera al nuovo piano energetico pugliese. Oggi la presentazione ufficiale in presidenza in una conferenza stampa a cui prenderanno parte il governatore Michele Emiliano, l’assessora regionale all’ambiente, Serena Triggiani, e l’assessore allo sviluppo economico, Alessandro Delli Noci. Il testo aggiorna il precedente…

Come anticipato da queste colonne, ieri la giunta regionale ha dato il via libera al nuovo piano energetico pugliese. Oggi la presentazione ufficiale in presidenza in una conferenza stampa a cui prenderanno parte il governatore Michele Emiliano, l’assessora regionale all’ambiente, Serena Triggiani, e l’assessore allo sviluppo economico, Alessandro Delli Noci. Il testo aggiorna il precedente Pear, modificato l’ultima volta nel 2016, e arriva al traguardo dopo una lunga fase di confronto con associazioni, portatori d’interesse operatori economici.

La decisione

È atteso oggi in giunta l’aggiornamento del piano energetico pugliese. Un atto di programmazione fondamentale che fissa gli scenari energetici da qui al 2030. Nel testo da oltre 500 pagine è contenuta l’istantanea dell’esistente con una pianificazione puntuale sullo sviluppo futuro delle rinnovabili e di altri fonti energetiche come l’idrogeno. La premessa è che la Puglia investe tutto sulle fonti alternative con quattro asset strategici inseriti nel piano energetico che saranno attuati nei prossimi sei anni, fino al 2030. A partire dal revamping di pale eoliche e pannelli fotovoltaici esistenti per ridurre il consumo di suolo e massimizzare le potenze.

A seguire la riduzione generalizzata dei consumi energetici che passa anche dall’efficientamento di case ed uffici passando per la decarbonizzazione dell’industria. Ovvero uscita definitiva da carboni, oli e fonti fossili ed un potenziamento dell’energia pulita con l’obiettivo di spingere le aziende ad attuare percorsi di auto produzione. Nelle pieghe del Pear anche lo sviluppo dell’idrogeno e del polo pugliese dedicato, uno dei più grossi e promettenti in Italia.

Gli altri settori

Altro capitolo è poi quello dei dissalatori, il rimendio contro l’emergenza idrica, che saranno alimentati da fonti ecosostenibili. I cittadini saranno i protagonisti della transizione per il tramite del reddito energetico (i contributi per l’installazione di impianti fotovoltaici per auto consumo) e delle cosiddette comunità energetiche.

Tre gli obiettivi da raggiungere entro il 2030: il taglio del 55% per le emissioni di fas serra rispetto alle concentrazioni del 1990, la riduzione del 9% dei consumi, il raggiungimento del 40% di produzione di energia da fonti rinnovabili sul totale di quella prodotta. In linea con la Pdl sulle superfici idonee il Pear stabilisce un aumento della potenza complessiva di 7,3 Gigavatt fino al 2030 di cui 3,3 Gigavatt per l’eolico, 3,1 gigavatt per il fotovoltaico, 641 megavatt da impianti off shore, 283 megavatt da bioenergie e 14 da idrogeno. Il tutto in una regione che detiene il primato nazionale di produzione per le rinnovabili, il doppio del fabbisogno pugliese. Anche per il Pear, così come per la legge sui siti idonei, è previsto un robusto iter di concertazione con associazioni, portatori d’interesse, operatori del settore, sindacati.

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