In Puglia 10mila giovani all’anno lasciano la regione per cercare nuove opportunità altrove. A diffondere il dato è la Uil regionale sulla base del primo rapporto del Cnel sull’attrattività dell’Italia per i giovani dei Paesi avanzati.
Il documento prende in esame il periodo tra il 2011 e il 2024, certificando che sono 130mila i giovani pugliesi tra i 18 e i 34 anni che hanno deciso di trasferirsi al Nord Italia (103mila) o all’estero con una netta preferenza per Germania (31%), Regno Unito (22,5%) e Svizzera (16,2%).
Il segretario generale della Uil Puglia, Stefano Frontini, sottolinea che «la fuga dei giovani è strettamente correlata al precariato che colpisce soprattutto loro, lo scorso anno l’80% dei contratti stipulati è stato a termine».
A emigrare, spiega il sindacato, è che ad andar via non sono solo i laureati, «a testimonianza di un mercato del lavoro poco attrattivo in tutti i campi e a tutti i livelli. Il 27,7% di questi giovani che emigrano ha un basso livello di istruzione, il 40,7% ha un livello medio e il 31,5% ha un livello alto».
La Puglia, prosegue la Uil regionale, «ha un’attrattività bassissima, è la quintultima d’Italia, peggio fanno solo la Basilicata, la Campania, la Sicilia e la Calabria». Occorre, quindi, «rendere il mercato del lavoro attrattivo. Stipendi adeguati, modello lavorativo capace di andare incontro alle esigenze di conciliazione dei tempi casa-lavoro e un efficiente e capillare sistema di welfare è ciò che cercano i giovani».