Gargano, dai cantieri per le grandi opere ai 300 mila ettari all’asciutto

Gli ambientalisti fanno “ammuina” sulla realizzazione di infrastrutture che la Provincia di Foggia sta aspettando da decenni, anche se da sole non potranno risolvere gli atavici ritardi di un territorio. «Io sono per avere strade moderne e collegamenti veloci, ma credo che il tema dello sviluppo della Capitanata passi da un’altra parte. Possibile che in questa provincia, definita granaio d’Italia e di culla di alcune produzioni di eccellenza, ci siano quasi 300mila ettari non serviti da irrigazione? Forse la vera sfida dello sviluppo si dovrebbe giocare in questo settore. Ma qualcuno si rende conto che avere a disposizione acqua per altri 300mila ettari da coltivare tutto l’anno significa creare reddito per le imprese e lavoro per tantissima gente?», si chiede il consigliere regionale Antonio Tutolo.

Intanto, il dibattito agostano è concentrato sulle grandi opere pubbliche stradali. Prima fra tutte la strada a scorrimento veloce del Gargano, tanto osteggiata dagli ambientalisti che, in questi giorni, si sono conquistate le pagine di un settimanale nazionale. «È un’opera fondamentale, da troppo tempo attesa e che vuole mettere fine a un malvezzo tutto meridionale: iniziare i cantieri e non completarli. La strada non è un capriccio di qualche amministratore, ma una esigenza di un territorio», afferma Giuseppe Nobiletti, presidente della Provincia e sindaco di Vieste, comune che è i prima linea nel sostegno all’opera in attesa, entro l’anno, dell’esito della gara per il primo lotto di completamento.

Un’opera che ha è stata inserita nei progetti del Fondo per lo sviluppo e la coesione che, in Capitanata, riguarda anche la strada regionale 1, quella che dovrebbe – anche qui da quasi 30 anni – unire tutto il subappennino daunio e creare una direttrice veloce tra Candela e Poggio Imperiale, ovvero tra i caselli dell’A14 e quello dell’A16. L’allora ministra Carfagna aveva assicurato le necessarie risorse, quasi 100 milioni di euro per realizzare due lotti con un progetto che ha visto crescere i costi non solo per le materie prime. «Da presidente della Provincia avevo immaginato un percorso che partendo da Candela arrivasse a Lucera per poi costruire un raccordo con la provinciale 109 fino al casello autostradale di San Severo», afferma Nicola Gatta, sindaco di Candela e candidato sconfitto da Nobiletti alle recenti elezioni per Palazzo Dogana.
Insomma, gli ambientalisti fanno rumore, i progetti fanno passi avanti anche se a rilento, anche a causa delle incertezze governative, e l’acqua nelle terre di Capitanata continua a scarseggiare.

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