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Fratelli “coltelli”, in Puglia volano gli stracci nel partito della premier Meloni

Volano gli stracci dentro Fratelli d’Italia di Puglia e in particolare tra i dirigenti e i militanti baresi. È bastato un post di Giuseppe Tatarella, nipote del famoso Pinuccio e figlio di Salvatore oltre a essere uno dei motori della fondazione dedicata alla coppia di fratelli della destra pugliese, per innescare un botta e risposta…
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Volano gli stracci dentro Fratelli d’Italia di Puglia e in particolare tra i dirigenti e i militanti baresi. È bastato un post di Giuseppe Tatarella, nipote del famoso Pinuccio e figlio di Salvatore oltre a essere uno dei motori della fondazione dedicata alla coppia di fratelli della destra pugliese, per innescare un botta e risposta sui temi della prossima campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale.

L’attacco

Tatarella junior, sul suo profilo social, prendendo a pretesto una dichiarazione apparsa sulla stampa regionale del sottosegretario alla salute, Marcello Gemmato, con cui escludeva una sua possibile candidatura a governatore: «queste voci mi lusingano, ma voglio restare al governo», avrebbe detto il coordinatore regionale, afferma che essa appare come «la grande fuga per un posto al sole. I politici di un tempo, quelli che avevano consenso sul territorio, se il partito li chiamava rispondevano sempre e soltanto “sono a disposizione del partito”, della propria comunità e del leader che per garantire a tutti un posto di governo, lei sì, certo che si sacrifica ogni santo giorno», ovviamente riferendosi a Giorgia Meloni. «C’è da chiedersi per cosa si siano sacrificati alcuni parlamentari e senatori che oggi declinano gli inviti a candidarsi in Regione», aggiunge Tatarella.

La replica

Pronta la replica dell’europarlamentare Michele Picaro, coordinatore provinciale di Bari e vicinissimo a Gemmato, «cercare di trovare ogni giorno la figura da additare, soprattutto quando ci si riconosce nello stesso partito, al di là dei ruoli che si ricoprono, è sinonimo di chi non gioca a favore della stessa squadra, anzi, si cerca di avvantaggiare scorrettamente l’avversario che ricordo a tutti essere il centro sinistra. Le offese gratuite e fuori luogo spesso provengono da forme di rancore personale. Mi auguro di sbagliare. Spero che d’ora in avanti si pensi a contribuire a creare un centrodestra sempre più coeso e unito, come tanti umilmente stanno cercando di fare, per sconfiggere una sinistra che in questi venti anni è stata spregiudicata in tutto. Questa è la sfida».

La discussione

Da questo botta e risposta si è scatenata una polemica a suon di post e commenti con le rispettive tifoserie impegnate a parteggiare ora per uno ora per l’altro. Come quello della coordinatrice barese Antonella Lella che sottolinea come le parole di Tatarella siano «un commento che favorisce gli avversari di sinistra e non certo il centrodestra. C’è gente che lavora incessantemente per il bene del partito, della coalizione, dei cittadini e degli italiani. Chi non fa non sbaglia mai e giudica. Sarebbe opportuno che chi giudica facesse una competizione elettorale in prima persona per conoscere il consenso, che non si eredita». Ovviamente, oltre alle polemiche e alle reciproche invettive c’è chi mette in guardia che è «un dispiacere leggere certe riflessioni», mentre un’altra militante, Annarita Di Giorgio, ritiene che «evidentemente la battaglia per le regionali l’hanno data per già persa».

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