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Forze dell’ordine, Amati contro il piano di Piantedosi: «In Puglia distribuzione iniqua»

In un momento storico segnato da un diffuso senso di insicurezza e da una crescente domanda di tutela da parte dei cittadini, il nuovo piano di potenziamento degli organici della polizia in Puglia, firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, solleva polemiche e lascia molte perplessità. I numeri parlano chiaro: tre agenti a Bari, uno a Brindisi, dodici a Foggia e dieci a Taranto. Nessun rinforzo invece per Lecce e la provincia di Barletta-Andria-Trani.

La polemica

Una distribuzione che il consigliere regionale e assessore al Bilancio, Fabiano Amati, definisce senza mezzi termini «incomprensibile e ingiustificabile». Il suo giudizio è netto: «È difficile anche solo commentare un piano del genere senza provare un forte dissenso. Taranto è in emergenza conclamata e riceve solo dieci agenti, di cui appena tre allievi. Bari, città metropolitana con oltre un milione di abitanti, viene trattata come una località di secondo piano. Lecce e Bat restano completamente escluse». Ma è soprattutto la mancanza di una visione d’insieme a preoccupare: «È evidente che non c’è nessun disegno nazionale sulla sicurezza che includa la Puglia».

Le sigle

Le parole di Amati trovano eco nelle denunce dei sindacati di polizia. Qualche settimana fa, durante una riunione congiunta del direttivo regionale del sindacato italiano appartenenti polizia e delle sezioni interprovinciali di Bari e Barletta-Andria-Trani, è stato lanciato un allarme chiaro sulla carenza di personale, una situazione che sta ormai diventando strutturale. «Il vuoto organico medio in Puglia ha superato il 20%», ha sottolineato il segretario organizzativo, Vito Ventrella, che ha invocato un «piano straordinario di assunzioni» per tamponare un’emorragia resa critica dai pensionamenti. «La sicurezza non si garantisce con un elenco numerico su una circolare, ma con uomini, donne, pattuglie, presenza reale», sottolinea Amati.

L’organizzazione

La denuncia è anche logistica: carenza di strutture abitative funzionali e condizioni di vita spesso al limite per chi ogni giorno presidia il territorio. Sul fronte operativo, la crescente complessità delle minacce richiede competenze nuove e tempestività d’intervento che, senza adeguato supporto umano e tecnologico, restano sulla carta. Per questo, il sindacato ha sottolineato come «la perdurante scopertura organica si traduca in una minore capacità di prevenzione e di contrasto dei fenomeni criminali». Intanto, il silenzio del Viminale pesa. «Le interrogazioni parlamentari rivolte al ministro Piantedosi sono rimaste senza risposte», denuncia ancora Amati. E mentre la politica regionale si mobilita per ottenere una revisione del piano, resta sullo sfondo la sensazione, sempre più diffusa, che la Puglia sia stata lasciata sola a fronteggiare le sue emergenze.

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