Multinazionali e colossi industriali continuano a drenare fondi europei, lanciando a secco le piccole e medie imprese. E così il sistema produttivo regionale, costituito in gran parte proprio da realtà di piccole dimensioni, è messo a dura prova. E il rischio di chiusure e perdita di posti di lavoro potrebbe diventare sempre più concreto.
I timori
Giovanni Assi, responsabile per il lavoro della Confapi Puglia, la Confederazione italiana della piccola e media industria privata, sottolinea l’importanza delle pmi nel panorama economico: «Le micro e piccole e medie imprese rappresentano oltre il 97% del totale delle imprese italiane. Se oltre il 97% delle imprese sono pmi, è evidente che meritano maggiore attenzione».
Secondo Assi, le misure attualmente in vigore nella Regione Puglia, pur essendo valide, risultano inaccessibili per le realtà più piccole. «Strumenti come il Pia (Programmi integrati di agevolazione) e il Mini Pia sono rivolti principalmente alle aziende di grandi dimensioni. Una microimpresa con tre dipendenti e un fatturato di 200mila euro difficilmente riesce ad accedere a questi strumenti, che richiedono investimenti ingenti e una burocrazia complessa», spiega il rappresentante di Confapi Puglia.
Un’attenzione particolare andrebbe data alle pmi pugliesi, che rappresentano circa il 6,5% delle microimprese italiane, con una percentuale simile a quella di regioni come la Toscana e il Piemonte. «Questa fetta dell’economia merita interventi concreti, perché dietro i numeri ci sono imprenditori, lavoratori e famiglie che potrebbero rischiare di perdere tutto», dice Assi.
I settori in difficoltà
Tra i settori più colpiti dalla crisi delle pmi in Puglia c’è il TAC (Tessile, Abbigliamento e Calzaturiero), già in difficoltà da anni. La Regione ha recentemente convocato un tavolo di crisi per affrontare la questione, con la partecipazione di Confapi e delle parti sociali. «Se la Regione ha deciso di intervenire, significa che la situazione è grave. Le imprese del TAC, in particolare quelle del settore calzaturiero nella provincia di Barletta-Andria-Trani e quelle artigiane del leccese, hanno bisogno di misure urgenti», afferma Assi.
Sulla stessa linea di pensiero si inserisce Luigi Quaranta, presidente della Claai Puglia e Basilicata, la Federazione regionale delle associazioni artigiane. «Le micro, piccole e medie imprese pugliesi hanno bisogno di una boccata d’ossigeno. Sono loro il motore dell’economia regionale, il polmone produttivo che garantisce occupazione e sviluppo», dice Quaranta. Quanto alle piccole imprese, spesso a conduzione familiare che rischiano di essere escluse dai fondi europei e di soccombere di fronte alle difficoltà economiche: «Non bisogna trascurare alcun settore – sottolinea il presidente della Claai Puglia e Basilicata – serve un sostegno adeguato per rilanciare l’intero sistema produttivo della regione».