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Fondi Fsc, troppi ritardi. In bilico i grandi eventi: rischia la Puglia alla Bit di Milano

Troppi ritardi per il Fondo di Sviluppo e coesione e il Poc appena firmato. In Puglia questi soldi tra varie procedure burocratiche, arriveranno tra sei mesi. E non è facile riorganizzare bandi e strategie di sviluppo, ma neanche le grandi manifestazioni. Per fare un esempio, per la presentazione della Puglia alla Borsa Internazionale del Turismo…
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Troppi ritardi per il Fondo di Sviluppo e coesione e il Poc appena firmato. In Puglia questi soldi tra varie procedure burocratiche, arriveranno tra sei mesi. E non è facile riorganizzare bandi e strategie di sviluppo, ma neanche le grandi manifestazioni. Per fare un esempio, per la presentazione della Puglia alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano prevista in febbraio c’è il rischio di non fare in tempo, anzi di certo già oggi non c’è più tempo e allora o si rastrelleranno finanziamenti regionali cercando di fare il meglio possibile o niente: a Milano non si andrà. Unica cosa certa è che nel 2025 alla Bit, la Puglia non si presenterà in tutta la sua magnificenza, come ha fatto negli anni precedenti, raccogliendo anche grazie ad una mirata strategia, grandi risultati che la rendono, tra le regioni del sud, la più attrattive.

I Comuni

Non è tutto, a secco sono rimasti anche alcuni Comuni che contavano su finanziamenti regionali e del Fsc (come Lecce) per gli eventi natalizi (parliamo non di luminarie, ma di spettacoli attrattivi).

Le aziende

E poi ci sono le aziende, sono 2.705 le imprese che attendevano il finanziamento necessario a perfezionare il percorso burocratico iniziato anni prima, molte in affanno in questi mesi. I soldi non sono pochi, il Fondo di Sviluppo e coesione ha un importo pari ad una cifra pari a 4.588.810.310 milioni di euro e il Programma Operativo Complementare – POC, che risulta finanziato con la quota di cofinanziamento nazionale e regionale non inserita nel POR, ha un importo complessivo di 1,7 miliardi di euro. Nel complesso le risorse a disposizione sono pari a circa 6,288 miliardi di euro, ma servono per grandi opere, in parte per le aziende.

Oltre alle opere pubbliche ci sono incentivi agli investimenti alle imprese per una cifra pari a 498.506.328 euro e aiuti agli investimenti delle imprese di grandi e piccola dimensione nel Fsc sono previsti a questa voce 330.840.000 euro. Il rischio di pubblicare bandi della nuova programmazione che non finanzieranno gli attivi materiali delle grandi imprese si è corso. E ora si pagano i danni dei ritardi. Insomma non è tutto oro ciò che luccica.

Decontribuzione, scadenza

Le banche daranno respiro a chi si è indebitato in attesa dei finanziamenti, ma non va dimenticato che, come una spada di Damocle, che da gennaio non ci sarà più la decontribuzione per le imprese del meridione.

Ed è deciso che il governo di Giorgia Meloni ha deciso con l’ultima Manovra di bilancio di abrogare dal 2025 la decontribuzione prevista per il Sud, con la mossa che potrebbe mettere a serio rischio circa 25mila posti di lavoro e far calare il Pil del Mezzogiorno d’Italia dello 0,2% e l’occupazione dello 0,3%. I dati sono stati elaborati dal rapporto 2024 della Svimez, che sottolinea come il taglio dello stanziamento di 5,9 miliardi per il 2025 deciso dall’esecutivo non potrà essere compensato in giusto modo dal nuovo Fondo di interventi per il Sud previsto dalla Legge di Bilancio. Insomma ci sono a rischio 25mila posti di lavoro. E nessun Fsc potrà ricompensare il danno per chi inizia i primi passi verso lo sviluppo. E questo dimsotra che la crescita del sud è solo temporanea. Poi svanirà o comunque rallenterà.

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