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Fenomeno “reshoring” per le aziende Tante scelgono di tornare in Puglia

Le imprese vogliono trasferirsi in Puglia. Anzi, tornare. È il “reshoring”, un fenomeno economico che consiste nel rientro delle aziende che avevano scelto di delocalizzare all’estero. Stando ai dati forniti dal Centro studi di Confindustria e Re4It, frutto di uno specifico sondaggio, riguarderebbe tutto il Mezzogiorno, con una percentuale di imprese coinvolte pari al 32%,…
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Le imprese vogliono trasferirsi in Puglia. Anzi, tornare. È il “reshoring”, un fenomeno economico che consiste nel rientro delle aziende che avevano scelto di delocalizzare all’estero. Stando ai dati forniti dal Centro studi di Confindustria e Re4It, frutto di uno specifico sondaggio, riguarderebbe tutto il Mezzogiorno, con una percentuale di imprese coinvolte pari al 32%, il 10% in più della media nazionale. In questo contesto la Puglia e la Campania sono le due mete preferite per chi torna. I dati non fanno riferimento a un breve periodo bensì sono stati analizzati gli ultimi cinque anni. Un’accellerata l’ha data la pandemia. La paura di un mondo più chiuso, meno aperto ai mercati internazionali, sta spingendo molti gruppi industriali a tornare più vicini ai propri clienti/acquirenti. D’altronde i motivi più citati nel sondaggio dalle aziende “tornate a casa” sono i seguenti: l’imposizione di dazi, i costi logistici, materie prime e la tutela dei marchi. Più che di una moda, quindi, è giusto parlare di nuova tendenza del mercato.

Nella maggior parte dei casi si è trattato di aziende che hanno riportato in Italia solo una parte della propria produzione. Sufficiente, però, a rafforzare il tessuto industriale ed a dare nuova linfa all’economia. Tra i primi a coglierne i benefici sono le piccole e medie imprese in qualità di fornitori. Un ruolo cruciale l’ha giocato anche la decontribuzione per chi ha investito da Roma in giù, soprattutto sul costo del lavoro. Un beneficio, però, che rischia di non diventare mai strutturale. Si tratta infatti di aiuti che hanno ricevuto il benestare della Commissione Europea a causa della crisi pandemica che ha travolto l’economia mondiale. L’ampia tolleranza sugli aiuti di Stato alle aziende, però, dovrebbe terminare il prossimo 31 dicembre. Probabilmente verrà prorogata fino a giugno 2022 e il Governo italiano è in prima linea per arrivare almeno alla fine del prossimo anno. Nulla però è certo ed è frutto di una intensa contrattazione portata avanti con Bruxelles dalla ministra per il Sud Mara Carfagna. L’ipotesi che possa diventare un intervento strutturale è però da escludere.
Seppure con maggiori risultati al Sud, comunque, il reshoring è un fenomeno coinvolge l’intero Paese. Sono numerosi gli esempi di aziende internazionali che hanno riportato “a casa” la loro produzione. È il caso della Diadora, che dopo trent’ anni ha riportato in Italia l’intera linea realizzativa di un modello di scarpa da corsa. Oppure “Elica”, società produttrice di cappe aspiranti che ha scelto di produrre nelle Marche.
È un po’ come se il vero made in Italy, quello pensato e realizzato nel bel Paese, stia tornando di moda, riscoprendo un Sud ricco di opportunità. E non sembra un fuoco di paglia.

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