La volontà della Giunta regionale è chiara: gli ultimi 15 lavoratori della platea storica dei formatori devono essere assunti in Arpal, chiudendo così la lunga vertenza e senza ulteriori proroghe. Lo ha ribadito l’assessore al ramo Sebastiano Leo durante la sua audizione di ieri in VI Commissione presieduta dalla consigliera Lucia Parchitellli.
Lo storico
La seduta di ieri prende le mosse dalla precedente del 28 maggio scorso, durante la quale era emersa una certa perplessità da parte del presidente di Arpal, Beniamino Di Cagno, e del direttore generale, Gianluca Budano, nel dare seguito all’espletamento del concorso dedicato ai formatori storici, prevedendo quale requisito di accesso otto anni di esperienza, così come delineato in sede di tavolo Sepac. «Il problema oggi si pone – ha fatto notare l’assessore – perché non si è proceduto in tempo utile alle procedure per l’emanazione del bando». Anche il Sepac, riunitosi poco prima della seduta di Commissione con la dirigenza di Arpal, ha confermato l’indirizzo tracciato a tutela de i 15 lavoratori, a prescindere dal parere dell’avvocatura regionale, non vincolante per l’agenzia, che ha ritenuto incongrui 8 anni di esperienza quale requisito di accesso. Secondo il presidente della task force, Leo Caroli, il parere dell’avvocatura consolida la tenuta del bando stesso, passando però dalla modifica del regolamento di reclutamento di Arpal e da una più specifica definizione dei profili richiesti. Nelle more dell’espletamento del bando, il Sepac ribadisce l’auspicio di evitare una proroga dell’appalto, in scadenza il 5 giugno. Una presa di posizione che ha trovato l’appoggio dei sindacati, anch’essi parte del tavolo Sepac.
L’impegno di Arpal
Rispetto ai precisi indirizzi forniti dalla parte politica e dal tavolo Sepac, Budano ha riepilogato le tempistiche per assolvere al bando: la proposta da parte del direttore al cda per modificare il piano triennale del fabbisogno del personale e la conseguente approvazione da parte del cda, l’approvazione di un nuovo Regolamento, il successivo vaglio da parte della struttura di raccordo con la Giunta e infine l’approvazione della Giunta regionale. Quindi si potrà passare alla pubblicazione del bando di reclutamento e infine l’esperimento delle prove semplificate per i profili specifici individuati. Di Cagno ha quindi dichiarato di prendere atto dell’indirizzo politico, riservandosi di portare il tema all’attenzione del consiglio di amministrazione. Ha poi chiarito che, sotto il profilo gestionale, il cda dovrà raccogliere le proposte del direttore sull’adozione di provvedimenti necessari ad assicurare la continuità del servizio dei centri per l’impegno. Tra questi anche eventuali proroghe degli appalti esterni.