Una regione a secco. La Puglia sta facendo i conti con una delle peggiori crisi idriche degli ultimi decenni: mesi di scarse piogge e temperature elevate hanno prosciugato le riserve d’acqua, mettendo in ginocchio il sistema idrico e il comparto agricolo.
Dalle dighe arrivano dati allarmanti: la diga di Occhito, nel Fortore, dispone oggi di appena 44 milioni di metri cubi d’acqua contro una capacità utile di oltre 250 milioni. Mancano poi all’appello 40-50 milioni di metri cubi per assicurare l’irrigazione dei campi, mentre la diga di Capaccio sul Celone e quella di San Pietro sull’Osento restano in condizioni critiche. Non va meglio in Basilicata, da cui la Puglia riceve una parte significativa delle proprie risorse idriche. La diga di Monte Cotugno, a Senise, la più grande d’Europa in terra battuta, è scesa a 40,8 milioni di metri cubi: appena sopra la soglia minima per l’uso potabile.
Affrontare l’emergenza
Per fronteggiare la crisi, la Regione Puglia ha attivato un piano straordinario per il comparto potabile. Il provvedimento prevede la riduzione della pressione idrica nelle reti regionali, monitoraggi costanti e campagne di sensibilizzazione. Si tratta, insomma, di attuare subito le prime misure operative. L’obiettivo è quello di garantire continuità nell’erogazione, soprattutto nelle ore critiche, con un appello ai cittadini: ridurre i consumi, evitare sprechi e adottare sistemi di accumulo domestico come le autoclavi.
La condotta del Liscione
Una possibile svolta potrebbe arrivare mercoledì 29 ottobre. In quella data dovrebbe essere ufficializzato il progetto della condotta del Liscione, l’infrastruttura che promette di risolvere in modo strutturale la crisi idrica della Capitanata e del Basso Molise. Nello specifico, l’opera prevede un investimento complessivo di 190 milioni di euro, finanziato dallo Stato attraverso il Fondo di Coesione e il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Il progetto si articola in due fasi: la prima, già avviata, riguarda il defangamento dei bacini del Basso Molise e dell’Alto Tavoliere, per recuperare oltre 10 milioni di metri cubi di capacità utile agli invasi. La seconda, invece, riguarda la costruzione di un condotto lungo 36 chilometri, il cosiddetto “tubone”, che collegherà la diga di Ponte Liscione a quella di Occhito.
La sfida dei candidati
L’acqua è diventata anche terreno di confronto politico. I quattro candidati alla presidenza della Regione Puglia stanno preparando proposte e piani d’intervento per affrontare l’emergenza strutturale. Tutti, però, convergono su un punto: senza una gestione unitaria e responsabile della risorsa idrica, la Puglia rischia di ritrovarsi ogni anno nello stesso incubo.