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Elezioni regionali, Borgia riapre il dibattito sulla strategia del Pd: «Si deve tornare al partito dei lavoratori» – L’INTERVISTA

Franco Borgia, esponente dell’autonomismo socialista in Puglia, deputato, sindaco di Barletta, vicepresidente del Consiglio regionale, in un suo post su Fb, ha di fatto aperto la discussione nel centrosinistra sulla necessità di «un ripensamento complessivo» della strategia del Pd. Borgia, ripensamento in che senso? «Il Pd deve abbandonare la ricerca di alleanze improbabili e posizioni…
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Franco Borgia, esponente dell’autonomismo socialista in Puglia, deputato, sindaco di Barletta, vicepresidente del Consiglio regionale, in un suo post su Fb, ha di fatto aperto la discussione nel centrosinistra sulla necessità di «un ripensamento complessivo» della strategia del Pd.

Borgia, ripensamento in che senso?

«Il Pd deve abbandonare la ricerca di alleanze improbabili e posizioni basate su slogan, che interessano poco i lavoratori, per sviluppare invece una proposta politica autonoma e seria che ripristini il suo ruolo di partito dei lavoratori, erede dalla tradizione della sinistra italiana dal dopoguerra ad oggi, e che affronti i problemi economici reali del Paese e della regione Puglia. La logica elettorale attuale si concentra sul mettere insieme numeri, anziché su un programma politico concreto. Probabilmente, rispetto a quelli attuali, i risultati elettorali saranno ribaltati».

Cosa manca?

«Oltre a mettere insieme dei numeri che facciano vincere , bisogna corredarli con una proposta politica in una prospettiva di riformismo democratico. Non pagherà la rincorsa sulle posizioni estreme di Fratoianni e Bonelli, e sulle posizioni, francamente molto variabili, di Conte che cerca di fare scoop con battute e slogan, anziché occuparsi delle risposte reali di cui il Paese ha bisogno. Oggi l’Italia soffre di una crisi economica che colpisce le classi meno abbienti e anche i ceti medi riformisti e moderati che hanno girato le spalle alla sinistra, la quale fa legittime battaglie per i diritti civili, ma non è più in grado di parlare alle persone».

In Puglia, quali sono le priorità che dovrebbe porsi il Presidente di Regione?

«Sul piano organizzativo e istituzionale, bisognerebbe recuperare la centralità del Consiglio regionale, la cui funzione è diventata molto secondaria. Il potere è eccessivamente concentrato nelle mani del presidente, impropriamente detto governatore, e dei gruppi che lo circondano, causando instabilità. Sul piano programmatico suggerirei tre punti chiave: affrontare il problema della fuga dei giovani formati e laureati in Puglia; studiare un programma di case per giovani famiglie, per rispondere alla grave carenza di alloggi; infine, intervenire sulla sanità, che è alla deriva e dove l’accesso tempestivo alle cure è garantito solo a chi ha le possibilità economiche. Sono convinto che Decaro sia impegnato nel raccordo di tutte le possibili proposte per realizzare un piano organico su tali questioni».

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