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Elezioni, Pisicchio: «Liste prefabbricate e una legge liberticida»

Nel giorno del “via alla campagna elettorale”, abbiamo voluto fare il punto con Pino Pisicchio, professore ordinario di Diritto pubblico comparato, che è cresciuto a pane e politica e che nella sua esperienza personale conta un mandato nel Parlamento Europeo, sei in quello Italiano, oltre ad essere stato al Governo ed aver presieduto Commissioni e Gruppi parlamentari.

Professor Pisicchio, il dado della compilazione delle liste, è tratto. Come giudica queste convulse giornate a cui un po’ tutti hanno partecipato anche attraverso i social?

«Il poco edificante lavorio dei capi-bastone per la compilazione delle liste potrà pure far storcere il naso a qualcuno, e solo perché la corsa per il posto sicuro si svolge in un clima ancora più drammatico e paradossale, perché gli spazi si sono ridotti per la scellerata scelta populistica di autoridurre le Assemblee parlamentari, ma non perché questo sistema della cooptazione sia nuovo».

Ma il Rosatellum non è un sistema nuovo.

«Piaccia o no, è dal 1993 che il cittadino si trova davanti liste prefabbricate di candidati “prendere o lasciare”, ed è chiamato solo a ratificare la magnificenza del “lider maximo” che ha messo in fila compagnucci e compagnucce, col criterio del capriccio e della fedeltà assoluta al capo».

È solo colpa dei sistemi elettorali? Lei insiste spesso su questo tasto.

«Mi hanno considerato un monomaniaco dei sistemi elettorali quando nelle aule parlamentari, nel mondo accademico, nei giornali o nelle tv, ho urlato contro il furto di democrazia delle liste bloccate, che peraltro sono care agli eletti con questo sistema. Persone che, se si misurassero in una competizione per l’elezione a consigliere di un municipio minore con il voto di preferenza, probabilmente non sarebbero mai elette».

Dunque il cittadino si trova di fronte ad una lista di cooptati graditi solo al cooptante, dice lei.

«C’è un problema serio, allora, che riguarda la rappresentanza: se il popolo sovrano non può metterci naso, chi rappresenteranno questi deputati e senatori della Repubblica? Il segretario del partito che li ha cooptati? Ma questo straccia l’art. 67 della Costituzione che è posto a fondamento delle assemblee parlamentari democratiche, perché garantisce l’autonomia del parlamentare e la sua libertà dal vincolo di mandato imposto, invece, dal suo capo».

Come interagisce il rosatellum sul parlamento ridotto a 600 rappresentanti tra Camera e Senato?

«C’è un di più: in un parlamento a ranghi ridotti ogni parlamentare avrà una responsabilità ancora più alta. Si pensi al Senato, ridotto ad una sala da cinema d’essai con 200 posti a sedere: il voto di ogni senatore peserà, eccome. Ebbene io voglio sapere come voterà il tizio o il caio che ho concorso ad eleggere, voglio controllare il suo operato e, se del caso, non votarlo più se tradisce gli impegni assunti. Con questa legge elettorale non sarà mai possibile».

Insomma il suo giudizio è negativo: ci dia una qualche speranza.

«Allora, al di là degli orientamenti e delle visioni ideologiche (peraltro si tratta spesso di orpelli appiccicati tanto per: ho visto anche in Puglia cose che voi umani… come si diceva in Blade Runner, gente di destra candidata a sinistra e viceversa. Il partito vincente è solo “Con la Franza o con la Spagna, purché se magna”) il tema centrale resta quello di una gabbia, quella della legge elettorale, che farà nascere male questa nuova legislatura, così com’è nata male (con tre governi con tre maggioranze diverse) la precedente. Dunque aspettative scarse. Ma un impegno personale: da settembre comincerò la mia battaglia, con tutti coloro che ne avranno voglia, per abbattere questa brutta legge elettorale liberticida».

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