Nel 2021 l’economia pugliese ha registrato una crescita del 6%, dopo il forte calo dell’anno precedente dovuto alla pandemia. Lo rilevano le stime dell’indicatore trimestrale delle economie regionali (Iter) sviluppato dalla Banca d’Italia.
Tra i dati più rilevanti c’è quello relativo al mercato del lavoro, con un aumento dell’occupazione dell’1,6%, riuscendo a recuperare quasi completamente i livelli pre-pandemia (-0,8% rispetto al 2019). È però lievemente cresciuto il tasso di disoccupazione, al 14,6%. Con la ripresa dell’economia sono aumentati anche i consumi (+4,3%) ma è aumentato anche il ricorso alle misure di sostegno ai redditi, reddito e pensione di cittadinanza, che registra +12% rispetto al 2020.
L’attività industriale ha recuperato gran parte del calo del 2020: il valore aggiunto è aumentato del 10,2%, del 20,6% nel settore delle costruzioni. Su questo ha inciso l’incremento delle compravendite immobiliari (+37,2%). La produzione siderurgica è aumentata di circa un quinto e anche le esportazioni hanno registrato una ripresa del 4,9%. Meno intenso il recupero delle attività del terziario, anche perché le presenze turistiche, seppure in forte crescita (+36,9%), rimangono ancora al di sotto dei livelli del 2019. Nell’agricoltura il valore aggiunto è aumentato dello 0,9% e su questo settore incide l’andamento del comparto olivicolo per gli effetti negativi della diffusione della Xylella.
Nel 2021 i depositi bancari delle famiglia e delle imprese hanno continuato a crescere, sebbene in misura meno intensa rispetto all’anno precedente (5,8% a dicembre rispetto al 12,3% di fine 2020). A partire dalla seconda metà dell’anno, evidenzia il report di Bankitalia per la Puglia, hanno gravato sulle imprese gli aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime, ulteriormente intensificati a marzo 2022 per la guerra in Ucraina.
Fotoservizio di Luca Turi.