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È stretta sui b&b in Puglia: al via l’obbligo del “Cin” e addio alle key box

Cambiano le regole per l’accoglienza in Puglia e su tutto il territorio nazionale. Da ieri sono infatti entrate ufficialmente in vigore le modifiche approvate dal governo, lo scorso 14 dicembre, alla gestione di affitti brevi, Bed & Breakfast e le altre attività del settore extra-alberghiero. Il legislatore ha inteso così offrire maggiore sicurezza per gli…

Cambiano le regole per l’accoglienza in Puglia e su tutto il territorio nazionale. Da ieri sono infatti entrate ufficialmente in vigore le modifiche approvate dal governo, lo scorso 14 dicembre, alla gestione di affitti brevi, Bed & Breakfast e le altre attività del settore extra-alberghiero. Il legislatore ha inteso così offrire maggiore sicurezza per gli ospiti di tali strutture, anche alla luce degli incidenti che si sono verificati ai danni degli utenti in alcune locazioni turistiche nel corso del 2024, anche sul territorio pugliese. Come la tragedia di Porto Cesareo, dove nella notte tra il 14 e il 15 agosto scorso, un’esplosione in una villetta adibita a casa vacanze a causa di una fuga di gas, ha causato la morte di tre persone originarie di Gravina di Puglia.

Le novità

La prima novità introdotta dal legislatore riguarda l’obbligatorietà per tutte le strutture ricettive di dotarsi e di esporre il codice identificativo nazionale, meglio noto come CIN. Questo codice sarà assegnato direttamente dal ministero del Turismo e richiede una presentazione telematica da parte del locatore o del gestore della struttura turistico-ricettiva. La richiesta deve essere corredata da una dichiarazione sostitutiva che attesti, tra le altre cose, i dati catastali dell’unità immobiliare o della struttura. Per le strutture ricettive pugliesi non si tratta di una vera e propria novità, dal momento che esiste già un codice regionale (CIS).

A differenza del passato, tuttavia, il CIN dovrà essere esposto anche accanto al nome sul citofono. Inoltre, il codice va indicato in ogni annuncio pubblicato e comunicato, e la norma vale anche per gli operatori di intermediazione immobiliare e i gestori di portali telematici, che devono inserire il CIN nelle loro inserzioni. Secondo gli ultimi dati forniti dal ministero del Turismo, circa il 78,26 % delle strutture extralberghiere operanti in Italia ha già richiesto il CIN: chi non lo avrà richiesto a partire dalla data di ieri primo gennaio, rischia sanzioni da 800 a 8mila euro, mentre per la mancata esposizione negli annunci sui siti specializzati o all’esterno dell’immobile le sanzioni variano da 500 a 5mila euro.

La sicurezza

Non meno importanti le novità che riguardano la sicurezza degli ospiti: infatti in ogni immobile dovranno essere presenti sia un estintore in ogni piano e per superfici fino a 200 metri quadrati che rilevatori di gas, se in presenza di cucine; anche in questi casi le sanzioni possono arrivare sino a 8mila euro con il divieto di prosecuzione dell’attività. All’interno dell’immobile, inoltre, dovrà essere presente e ben visibile la segnaletica delle vie d’esodo.

Altra novità importante, rimarcata da una circolare del ministero dell’Interno recapitata ai prefetti e alle autorità locali di Pubblica sicurezza, è il divieto di effettuare il check-in da remoto senza l’accettazione e l’identificazione di chi alloggia nella struttura turistica: tale operazione deve avvenire di persona. Di conseguenza diventano irregolari le key box, quei lucchetti contenenti le chiavi degli appartamenti sparsi un po’ ovunque e utilizzati dai proprietari per permettere il self check in in autonomia, con il semplice invio telematico, da parte degli ospiti, dei documenti di identità al gestore che ha l’obbligo di comunicarli alla Questura.

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