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Don Ciotti: «Questo progetto è cuneo che spacca organizzazioni criminali»

«Questo progetto, “Liberi dì scegliere”, con i magistrati del minorile e con molte procure è la vera rivoluzione degli ultimi anni, è un cuneo che sta spaccando da dentro le organizzazioni criminali. Ancora una volta le donne sono grandi protagoniste, dicono basta. Stiamo lottando per trovare un sistema legislativo che le possa tutelare, perché loro…

«Questo progetto, “Liberi dì scegliere”, con i magistrati del minorile e con molte procure è la vera rivoluzione degli ultimi anni, è un cuneo che sta spaccando da dentro le organizzazioni criminali. Ancora una volta le donne sono grandi protagoniste, dicono basta. Stiamo lottando per trovare un sistema legislativo che le possa tutelare, perché loro le ricercano, ordinano magari di ammazzarle, vogliono riprendersi i bambini, e allora bisogna creare le condizioni. Molte non sono collaboratrici, non hanno commesso nulla, non sono neppure sufficientemente testimoni, ma vogliono rompere con quei contesti. Sono queste donne che si stanno ribellando alle organizzazioni criminali e mafiose che dicono basta con quei codici, in parte per amore viscerale verso i figli, in parte anche perché sono stanche di essere rese schiave di certi meccanismi, perché la mafia ha confiscato parte della loro vita e ha confiscato anche i loro figli».

Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, intervenuto ieri a Bari in occasione della sottoscrizione del protocollo “Liberi di scegliere”, promosso dall’associazione antimafia, da parte della Regione Puglia, per la realizzazione di una rete sociale a tutela dei minori nei contesti di criminalità organizzata.
Il protocollo mira a formare una rete di supporto (educativa, psicologica, logistica, scolastica, economica e lavorativa), nei contesti di criminalità organizzata del territorio regionale, ai minori ed ai nuclei familiari destinatari dei provvedimenti giudiziari del Tribunale per i Minorenni di Bari, al fine di garantire concrete alternative di vita. E fornire una rete adeguata di supporto ai minori e agli adulti di riferimento che, autori o vittime di reati, desiderino affrancarsi dalle logiche criminali, senza assumere lo status di testimone o collaboratore di giustizia.

Nel corso dell’evento sono state anche illustrate le linee guida della Fondazione antimafia sociale “Stefano Fumarulo”, dal suo presidente Angelo Pansini, che porta avanti i progetti e le idee che il dirigente regionale prematuramente scomparso ha costruito con i suoi percorsi di legalità.
Marialuisa Pantaleo Fumarulo, madre di Stefano, ha presentato il volume “In memoriam degli eroi – Il trionfo della vita” dedicato alla memoria delle vittime innocenti di mafia pugliesi. Il libro è corredato dalle immagini dell’artista Clara De Cristo.
Stefano Fumarulo, ha detto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, «non è solo la persona alla quale è intitolata la prima fondazione di antimafia sociale tra le regioni di Italia, ma anche l’ispiratore di moltissime delle nostre azioni quotidiane grazie ai suoi studi e alle sue intuizioni».
Con la firma del protocollo “Liberi di scegliere”, ha concluso Emiliano «stiamo costruendo, assieme al sistema preventivo e repressivo che oggi è presente, quelle intese che consentiranno di migliorare la qualità della vita, anche fuori dai tribunali, e quelle politiche che frenano il proselitismo mafioso. La mafia non si combatte solo con le investigazioni, ma anche costruendo un tessuto sociale che resiste».

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