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Bari, detenuto pronto all’intervento salvavita ma la direzione del carcere blocca tutto

Obeso, a rischio vita, ma in lista di attesa per l’intervento al Policlinico di Bari, per apnee ostruttive del sonno. Ma Nicola Cassano, 40enne detenuto a Trani per condanne definitive, avrebbe potuto operarsi già la scorsa settimana, se gli fosse stata concessa l’autorizzazione richiesta. La storia È il 4 luglio scorso, quando grazie a permessi…

Obeso, a rischio vita, ma in lista di attesa per l’intervento al Policlinico di Bari, per apnee ostruttive del sonno. Ma Nicola Cassano, 40enne detenuto a Trani per condanne definitive, avrebbe potuto operarsi già la scorsa settimana, se gli fosse stata concessa l’autorizzazione richiesta.

La storia

È il 4 luglio scorso, quando grazie a permessi concessi dal penitenziario, Cassano si fa visitare alla clinica Santa Maria (convenzionata con il sistema sanitario nazionale) dal dottor Antonio Braun, specialista in Chirurgia Generale e Bariatrica, che diagnostica un’obesità di terzo grado, con un range molto vicino alla superobesità, con “sindrome delle apnee ostruttive morfeiche di grado severo”, che richiedono una ventilazione “meccanica aiuto CPAP nelle ore notturne”. Al momento, specifica lo specialista in calce al suo referto, Cassano “non è in pericolo di vita”. E proprio su questa frase, a quanto pare, si gioca la partita di Cassano.

L’intervento

Il dottor Braun fissa l’intervento chirurgico per il 4 dicembre, con diagnosi di obesità patologica, ma per eseguirlo, serve l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza, che viene richiesto il 31 ottobre dal suo legale, l’avvocato Nicolò Nono Dachille. Il 25 novembre, il magistrato di sorveglianza, la dottoressa Rubino, “dispone il rilascio di quanto necessario all’esecuzione dell’intervento in favore del detenuto Cassano Nicola”.

Lo stop

Ma quando manca un giorno all’operazione, arriva lo stop improvviso, che gela Cassano e la sua famiglia. Il direttore sanitario del carcere di Trani, applicando l’articolo 11 dell’ordinamento penitenziario dispone l’esecuzione “della visita chirurgica presso il Policlinico di Bari, nonché degli eventuali e successivi interventi chirurgici che dovessero risultare necessari a salvaguardare le condizioni di salute del detenuto”. Il motivo? Lo ha scritto chiaramente il giorno precedente (il 2 dicembre) il coordinatore sanitario, Giuseppe Vitrani: “Non è possibile effettuare visite presso strutture private, come la clinica Santa Maria”.

Il ricorso

Ma il suo legale non si arrende e scrive nuovamente al magistrato di sorveglianza, precisando che “la Santa Maria opera da sempre in convenzione con il servizio sanitario nazionale”, ed evidenziando che il rischio di vita non è imminente ma concreto. Il fatto di spostare visita ed operazioni al Policlinico di Bari, dove la lista di attesa è particolarmente lunga, non fa stare tranquilli.

L’avvocato Nono Dachille allega le foto dell’uomo e aggiunge che da qualche giorno la moglie riferisce di nuovi sintomi. Ma dal magistrato di sorveglianza, che pure aveva autorizzato “quanto necessario”, arriva una nuova doccia ghiacciata: “La gestione dei ricoveri e degli interventi dei detenuti – risponde – ove non praticabili dai servizi sanitari degli istituti, è di competenza della direzione dell’istituto stesso”.

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