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Regione Puglia, Decaro e il dossier sanità: sembra tramontare l’ipotesi di turni fino alle 23

Tempi lunghi per la proclamazione degli eletti e avvio rallentato dell’era Decaro. Il nuovo presidente della Regione Puglia, in attesa del verdetto ufficiale della Corte d’Appello, non perde però un minuto: studia dossier, approfondisce criticità e prepara il terreno per affrontare i nodi più urgenti della legislatura. Su tutti, ancora una volta, la sanità. Ieri,…
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Tempi lunghi per la proclamazione degli eletti e avvio rallentato dell’era Decaro. Il nuovo presidente della Regione Puglia, in attesa del verdetto ufficiale della Corte d’Appello, non perde però un minuto: studia dossier, approfondisce criticità e prepara il terreno per affrontare i nodi più urgenti della legislatura.

Su tutti, ancora una volta, la sanità. Ieri, Decaro ha compiuto una visita ufficiosa al Presidio territoriale di assistenza di Noci, una tappa simbolica per «toccare con mano» – spiega il suo entourage – un modello di assistenza territoriale e raccogliere le voci di cittadini, operatori e personale sanitario. Ma mentre il nuovo governatore osserva da vicino la macchina sanitaria, si fa strada l’idea che l’ipotesi di allungare i turni fino alle 23 o di ricorrere al lavoro domenicale per smaltire le liste d’attesa sia ormai tramontata. Una soluzione già testata nell’era Vendola con un piano firmato dal professor Aristide Carella, poi accantonato senza risultati significativi e criticato dai sindacati e dalla Corte dei Conti.

Oggi, con un sistema sanitario sotto pressione, Decaro cerca alternative più solide e sostenibili. Altro fronte bollente riguarda le cinque aziende sanitarie paralizzate, i cui commissari – in scadenza a metà novembre – sono stati prorogati per evitare il vuoto gestionale. Si tratta delle Asl di Taranto e Bat, dei due Irccs e del Policlinico di Foggia: tutte realtà rette da un solo commissario, senza direttore generale né sanitario.

Dopo la proclamazione, Decaro avrà 30 giorni per nominare i nuovi vertici delle aziende. A complicare lo scenario c’è poi la composizione della giunta regionale, una partita che si aggroviglia giorno dopo giorno. Dieci gli assessorati da assegnare, cinque dei quali a donne, con otto posti riservati a consiglieri eletti e due a figure esterne. In mezzo, la necessità di garantire equilibrio territoriale e peso politico alle diverse componenti della coalizione.

Le prime indiscrezioni parlano di un Pd intenzionato a ottenere tre o quattro assessorati più la presidenza del Consiglio. Un altro assessorato potrebbe andare alla lista «Decaro Presidente», mentre gli altri sarebbero distribuiti tra la civica «Per la Puglia» e i Cinque Stelle. Sul fronte dei tecnici esterni, l’unico nome circolato finora è quello di Michele Emiliano, che però non esclude un ritorno in magistratura.

Tramontata, almeno per ora, anche l’ipotesi di Angela Barbanente, ex assessora all’Urbanistica nella giunta Vendola. Finché la squadra non sarà definita, però, resteranno bloccati i primi provvedimenti urgenti, a partire dal piano per le liste d’attesa e dall’intervento sull’emergenza idrica, considerata imminente. Intanto Decaro, deciso a chiudere ogni pendenza europea, oggi sarà nuovamente a Bruxelles per svuotare i cassetti della scrivania e completare gli ultimi adempimenti del suo incarico da presidente della Commissione Ambiente del Parlamento.

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