Un confronto vivace, denso di battute ma anche di visioni politiche, quello andato in scena ieri sera all’istituto salesiano del Redentore di Bari, dove il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha dialogato con il deputato del Partito Democratico Ubaldo Pagano sul futuro del Mezzogiorno. L’incontro, dal titolo «Amministrare i territori – Conversazione a due voci», prende spunto dal nuovo libro di De Luca, «La Sfida», e ha visto la partecipazione anche del governatore pugliese Michele Emiliano.
Promosso dall’associazione Bari Libera, l’appuntamento si è trasformato in un laboratorio di idee sui modelli di governo locale e sulla capacità delle istituzioni di rispondere alle nuove sfide della sostenibilità, della rigenerazione urbana e della gestione delle risorse pubbliche.
«Il Sud deve smettere di piangersi addosso e tornare a correre – ha detto De Luca –. Servono amministratori che sappiano progettare, spendere bene e rendere conto ai cittadini. È finito il tempo delle scuse».
Il presidente campano non ha rinunciato al suo consueto sarcasmo, commentando anche le ultime tensioni politiche nazionali. Riferendosi con ironia all’errore nella presentazione delle liste del centrodestra in Puglia, legato all’età del ministro Sangiuliano, ha scherzato: «Dopo duemila anni di cristianesimo, cercate almeno di essere un po’ cristiani».
Sul palco, De Luca e Pagano hanno dialogato senza filtri su come rilanciare il Mezzogiorno, tra crisi industriale, carenza di infrastrutture e lentezze burocratiche. «Il Pnrr e i fondi europei – ha sottolineato Pagano – sono occasioni irripetibili. Ma solo se la politica saprà fare squadra, senza personalismi e senza scaricare sempre le colpe su Roma».
Presente tra il pubblico anche Michele Emiliano, che ha ascoltato gli interventi e scambiato qualche battuta con i due colleghi di partito, in un clima di apparente distensione dopo settimane di tensioni interne al Pd pugliese. «Rigenerare il Sud – ha concluso De Luca – significa rigenerare la politica. Non bastano i buoni propositi: serve una nuova classe dirigente, libera, competente e innamorata della propria terra».
Un incontro dal tono franco e diretto, nel solco della tradizione «alla De Luca»: tra ironia e pragmatismo, l’ennesima lezione di politica territoriale che non lascia indifferenti.